RENDE (CS) – Rende diventa città. E’ stato il prefetto di Cosenza, Sua Eccellenza Gianfranco Tomao, a presiedere oggi la cerimonia di consegna al sindaco di Rende, Marcello Manna, del decreto firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Già alcuni giorni fa era stato inviato in Municipio un fax che portava l’intestazione degli uffici del Quirinale e in cui si dava notizia del parere favorevole del Presidente della Repubblica in merito alla richiesta inoltrata dall’esecutivo guidato dal primo cittadino, Marcello Manna, accompagnato stamane in Prefettura dal presidente del Consiglio comunale, Annamaria Artese e dal segretario generale, Michele Lizzano.
Il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, ha tracciato il senso di questo evento così importante, citando la centralità dell’Università della Calabria nel panorama provinciale e regionale.
“Mi unisco – ha commentato il sindaco di Rende, Marcello Manna – alle parole espresse da Sua Eccellenza il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao. Rende e la sua università recitano un ruolo di primo piano nello scacchiere strategico di una regione che ha bisogno di vincere nuove sfide. Storia, cultura, innovazione e beni artistici del centro storico sono le tracce specifiche di Rende, comunità che si è ritagliata uno spazio di assoluto rilievo anche al di fuori dei confini calabresi. Sono orgoglioso di aver portato a casa questo risultato. Rende di fatto era già una città e non potevamo perdere altro tempo. Si completa un passaggio decisivo dal punto di vista formale e istituzionale. Ringrazio il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sempre attento al riconoscimento di quei luoghi che incidono in maniera perentoria nella storia di questo meraviglioso Paese che si chiama Italia”.
“Da cittadina rendese, – ha sottolineato il presidente del consiglio comunale, Annamaria Artese – ancor prima del ruolo di garanzia che ricopro nell’assise civica, sono orgogliosa di questo ulteriore passo in avanti compiuto dalla nostra comunità. Siamo ufficialmente città per tutto quello che abbiamo espresso nel corso dei secoli. La storia di Arintha si arricchisce di un capitolo essenziale. Dobbiamo essere uniti da un sano spirito di amore verso questa città, ed essere fieri al di là delle appartenenze politiche di ognuno di noi. Oggi possiamo dire tutti insieme: viva la città di Rende”.