Sanità, alta tensione tra il commissario Scura e l’amministrazione regionale

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CATANZARO – Si acuiscono le frizioni tra il commissario ad acta della sanità calabrese e l’amministrazione regionale. I rapporti tra Scura ed il presidente Oliverio sono tutt’altro che idilliaci: il governatore ha l’ambizione di sostituirsi al commissario stesso, ma da questo orecchio il Ministro Lorenzin proprio non vuole sentirci. E pensare che invece in Campania si è proceduto alla nomina di De Luca già dal mese di gennaio, all’indomani dell’approvazione di una norma ad hoc che consente ai presidenti di regione di assumere questo ruolo. La novità della giornata in merito alla querelle è arrivata in giornata con la conferenza stampa urgente convocata dal Dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute Riccardo Fatarella, il quale ha spiegato ai giornalisti per quale motivo non ha ancora proceduto alla pubblicazione di un decreto vergato da Scura per lo sblocco di 600 assunzioni in tutta la regione nel comparto sanitario. Secondo Fatarella quel decreto non ha effetti legali perché non è sottoscritto anche dal sub commissario Urbani. Scura ha duramente replicato nella stessa serata: «Le considerazioni del prof. Fatarella in merito alla legittimità del DCA 50/17 sono totalmente infondate, come si può elementarmente dedurre dalla lettura del decreto di nomina del Commissario ad acta da parte del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2015 che recita che il Sub Commissario ha …”il compito di affiancare il Commissario ad acta nella predisposizione di provvedimenti da assumere in esecuzione dell’incarico commissariale” e non certo il diritto di veto sull’azione del Commissario. E’ singolare – aggiunge Scura – che il prof. Fatarella abbia pubblicato il DCA 109/2015 che riguardava la revoca di un decreto adottato dallo stesso Fatarella, pur essendo firmato dal solo Commissario e ora si comporti in modo difforme. Non penso ci sia altro da aggiungere se non ricordare che ognuno, compresi i Direttori Generali e i Commissari delle aziende, ha il dovere di assumersi le proprie responsabilità. Io le mie me le sono assunte». Sulla vicenda la politica tace con qualche sporadica eccezione. Secondo Mario Magno, subentrato da qualche giorno in consiglio regionale a Nazzareno Salerno, la questione è tragicomica: «Quanto accaduto è segno evidente del corto circuito che si è creato tra il presidente Oliverio e il dipartimento alla tutela alla Salute da una parte e la struttura commissariale dall’altra. Gli unici danneggiati sono i cittadini, il vero anello debole di questa triste vicenda. Già nei giorni scorsi, il Ministro Lorenzin aveva denunciato il mancato raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza in cinque regioni, tra cui la Calabria. Da una parte, i commissari, nominati dal governo che tagliano le spese e i servizi, e dall’altra la Regione che, nominando i direttori generali, ha un’evidente responsabilità nella gestione della sanità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un intreccio di burocrazia e poteri che penalizza i cittadini, abbassando sempre di più i livelli di assistenza sanitaria in Calabria. E’ arrivato il momento – conclude Magno – di farla finita con questi colpi da teatro. Non sono percepiti da nessuno e non fanno altro che allontanare i cittadini dalla politica». Da registrare anche il duro intervento del deputato pentastellato Dalila Nesci: «E’ gravissima la mancata pubblicazione ufficiale del decreto sulle prime 600 assunzioni in Calabria, valido poiché riporta la firma del commissario governativo Massimo Scura. Sulla vicenda, peraltro collegata alla direttiva Ue sui turni e riposi obbligatori, presenterò – annuncia la parlamentare, un esposto al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. Altro esposto presenterò al procuratore Gratteri se Oliverio non provvederà all’immediata nomina dei direttori generali dell’Asp di Reggio Calabria e dell’Asp di Crotone, aziende commissariate e coi vertici scaduti e improrogabili». A proposito della mancata pubblicazione del decreto sulle assunzioni Dalila Nesci aggiunge: «Assurdo che il dg Riccardo Fatarella pretenda la firma del sub-commissario Andrea Urbani. Gli ricordo che negli anni i ministeri vigilanti hanno validato decine di decreti senza la sottoscrizione dell’intera struttura commissariale. Da allora le regole non sono cambiate».

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