Speriamo che ci sarà verità, un giorno. Ma la verità e la giustizia non possono essere speranze buttate in aria. Verità e giustizia devono essere diritti dei cittadini, sacrosanti. Ed è questo, verità e giustizia, che i tifosi del Cosenza, insieme ai ragazzi delle scuole calcio della provincia e, soprattutto a Donata Bergamini, chiedono alla Procura della Repubblica, detentrice delle indagini sulla morte di Denis Bergamini, in una spettacolare fiaccolata organizzata dalla stessa sorella del calciatore a distanza di ventiquattro anni dalla morte dello stesso. Denis, al quale è oggi dedicata la curva Sud del Cosenza, fu ritrovato morto il 18 Novembre 1989 sulla SS106 Jonica, nei pressi di Roseto Capo Spulico. Il caso, frettolosamente archiviato come suicidio, ipotesi che non convinse mai del tutto né tifosi, né compagni di squadra, né soprattutto familiari, venne riaperto dalla già citata Procura della Repubblica di Castrovillari il 29 giugno 2011, a fronte di nuove prove depositate presso la sede della stessa. Dopodomani, anniversario della scomparsa, verrà chiamata a testimoniare l’ex fidanzata del calciatore, Isabella Internò, sospettata di omicidio, la quale testimoniò come il numero otto in forza ai Lupi si fosse suicidato, ipotesi poi smentita dai calcoli balistici dei RIS di Messina. E così, a distanza di ventiquattro anni, la città al completo chiede giustizia per la sua bandiera, per quel calciatore che fece innamorare generazioni di tifosi, quel numero otto biondo e dal sorriso gentile e pulito, un viso d’angelo che, in campo, faceva dannare gli avversari e deliziare i compagni.
Per questo, per avere giustizia, e per ricordare Denis, è stata organizzata la fiaccolata “Luci al San Vito”: partito dallo Stadio Comunale San Vito, al termine del match tra Chieti e Cosenza, e conclusosi di fronte la Chiesa di Piazza Loreto, dove venne celebrato il funerale di Denis, l’evento ha visto momenti toccanti, com’era ipotizzabile, protagonista dei quali è stata Donata, sorella di Denis. Particolarmente emozionante lo stralcio finale, in cui Donata raccontava, durante gli ultimi metri, ai bambini visibilmente emozionati della scuola calcio, chi fosse quel ragazzo per cui stavano camminando. Al termine della sfilata, non appena i ragazzi della curva hanno iniziato ad inneggiare a Denis, la commozione ha avuto il sopravvento sulla sorella del numero otto, scoppiata in lacrime, per quanto discretamente, nella Piazza della Chiesa. A queste lacrime vogliamo unirci anche noi, nella fioca ma contemporaneamente forte speranza che la morte di un ragazzo di ventisette anni non resti impunita: troppe le bugie raccontateci sinora, urge sapere la verità, per quanto essa sia scomoda. Ché, come diceva Matteo Maria Boiardo nel suo Orlando Innamorato, “La verità è bella, né per tema / si debba mai tacer, né per vergogna.”
Francesco La Luna
(con la collaborazione di A. Morrone)