Dal convegno No-Triv di Amendolara un solo grido: “Noi queste trivelle non le vogliamo!”

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NO TRIV IONIO 4AMENDOLARA (CS) – Il Convegno “No-Triv” di Amendolara è stato organizzato dal comune stesso, in collaborazione col circolo territoriale di Unione Mediterranea “Federico II” e l’associazione “Diamoci una mano”. Presenta e modera il dibatto Silvio Messineti, giornalista de Il Manifesto, facendo una rapida panoramica della attuale situazione nell’alto Ionio ed il collegamento  con lo “Sblocca Italia” che di fatto liberalizza le trivellazioni. Le multinazionali hanno ora rivolto l’attenzione nel golfo di Taranto, favoriti quindi da questa nuova normativa che scavalca i ruoli degli enti locali. Introduce il convegno il sindaco di Amendolara Antonello Ciminelli, uno dei primi sindaci calabresi ad essersi opposto alle trivelle, denunciando da subito il danno ambientale che ne scaturirebbe, se dovessero andare in porto i progetti. In collegamento skype interviene Enzo di Salvatore, professore di diritto all’università di Teramo, consulente tecnico del ricorso di “Colle dei Nidi”, che ha rappresentato il primo caso in Italia di impugnazione e vittoria contro una autorizzazione in terraferna , ottenuta grazie al fatto che il ricorso è partito prima dello sblocca Italia, in quanto la motivazione della vittoria è stata il mancato coinvolgimento dei sindaci nella procedura di autorizzazione. Una condizione che viene a mancare con lo sblocca-Italia, in quanto questa normativa prevede uno scavalcamento del potere decisionale degli locali, in quanto ciò che riguarda l’ambito energetico diviene “indiferibile ed urgente”. Un altro intervento è quello dell’assessore all’ambiente Luigi Sisci, per la Fondazione “Diamoci una mano”, che tiene a ribadire che le amministrazioni “queste trivelle non le vogliono”.

Dopo questo intervento, viene invitato ad esporre anche il suo punto di vista il professore di sismologia dell’Unical Ignazio  Guerra. Il quale avverte che studi di questo tipo, come quelli dell’ICHESE, non si possono svolgere in due anni. Accenna quindi anche alle emissioni di radon, che si supponeva fossero precursori di eventi sismici, ma anche questa connessione manca di sufficienti conferme scientifiche.

Per Felice Santarcangelo, del comitato NO-scorie Trisaia, non sono sufficienti le azioni della Regione Calabria, auspicando invece una mobilitazione che investa almeno i 50 sindaci dell’area interessata dl golfo di Taranto. Richiama l’incontro del sabato precedente a Trebisacce, organizzato dal comitato RASPA, che raccoglie una rete di associazioni dell’alto Ionio. In questa fase la mobilitazione è limitata all’informazione, ma deve essere appoggiata da una mobilitazione della popolazione, in quanto i soli atti amministrativi non bastano.

L’aspetto giuridico viene esposto dall’avvocato Giovanna Bellizzi. Dopo avere brevemente illustrato le azioni da lei svolte nella stesura di osservazioni alle istanze di ricerca e produzione di idrocarburi, l’ultima delle quali quella contro le trivellazioni lungo la costa della Croazia, entra nel vivo degli aspetti giuridici e delle possibilità legislative in possesso delle amministrazioni locali per opporsi ad inserimenti industriali che comportano notevoli rischi per l’ambiente e per la salute. “L’Europa è orientata alla tutela dell’ambiente”. Ricorda il Principio di Precauzione, dimenticato dai sindaci e quindi non applicato. Afferma quindi che il diritto “obbliga di prevenire qualsiasi disastro per la salute. La sicurezza e l’ambiente devono prevalere sugli interessi economici, anche se si tratta di multinazionali”.  L’amministratore locale “può quindi impedire un intervento industriale in assenza di sufficienti studi scientifici che escludano la pericolosità, un concetto espresso e confermato da diverse sentenze, poiché in genere il TAR dà ragione ai sindaci”.

Interviene anche il parroco di Amendolara, Padre Franco, sostenendo che il petrolio non è una risorsa ed incitando quindi alla mobilitazione. Riporta la preoccupazione del Papa, di recente espressa in maniera molto chiara che di fatto criminalizza i disastri ambientali. Conclude affermando che “la terra va coltivata e custodita”.

Un breve intervento viene fatto dall’assessore alle attività produttive Luigi Salvatore, il quale ha partecipato anche alla costruzione della raffineria di petrolio di Priolo, enunciandone gli attuali danni. Esprime il paradosso della politica del nostro governo, che da una parte classifica come rifiuto pericoloso la bottiglia di plastica, e nel contempo caldeggia la produzione di petrolio che ne è la materia prima. Anche da lui un invito alla mobilitazione. “Il nostro futuro è turismo e agricoltura, non possiamo essere l’ILVA della Calabria”.

Dell’aspetto sanitario ne parla il dottore Giambattista Mele, di Viggiano, medico dell’ISDE.  Anche a suo avviso occorre fare maggiore informazione.  Viggiano è il posto della Basilicata con maggiore concentrazione di pozzi di estrazione, 23 su circa 70 presenti in tutta la regione. Elenca quindi alcune delle sostanze che si sviluppano con le estrazioni ed alcune patologie presenti nell’area, evidenziando quelli che possono essere gli effetti sulla salute

Interviene Franco Colucci del WWF di Policoro,  responsabile – Oasi WWF Policoro – Erakleia – Riserva Regionale Bosco Pantano. Descrive quella che è l’unica oasi nel meridione, quella di Policoro-Heraklea. Propone un progetto di monitoraggio del Golfo. Abbiamo due campi d’intervento: L’Europa e le piazze, quindi anche da lui un invito alla mobilitazione. “A Scanzano abbiamo vinto perché eravamo uniti con la Calabria e la Puglia”. Possibilità che venga accolta. Il golfo di Taranto è costituito da 40 comuni che devono unirsi. Il progetto è quello della costituzione di una Area Specialmente Protetta di Interesse  comunitaria (ASPIM), con la costituzione di un secondo santuario dei cetacei.

Interviene, quindi, a descrivere i danni sull’ambiente marino, la biologa marina Rossella Baldacconi, entrando subito nel vivo descrivendo gli effetti diretti degli strumenti di indagine air-gun sia sulla flora che sulla fauna, accennando alle sacche di Amendolara, che è Sito di Interesse Comunitario (SIC). Descrive anche gli effetti dei fanghi di perforazione, che vengono poi immessi direttamente nei fondali marini. Infatti rivela che, nelle aree in prossimità dei pozzi, vi è una elevata concentrazione di metalli pesanti e concentrazioni di acidi. Descrive poi i due tipi di incidenti che si verificano: i blowout superficiali con combustione, e quelli, come si è verificato nel Golfo del Messico, con petrolio sversato in mare. Ma oltre agli effetti diretti vi sono quelli indiretti dovuti al bioaccumulo negli organismi marini di sostanze inquinanti, il più pericoloso dei quali è l’IPA, una frazione del petrolio. Accenna quindi anche alla sismicità indotta, fenomeno che in Italia non è suffragata da molti studi, come invece avviene in altre parti del mondo, ad esempio in Olanda, dove si sono giunti a registrare tantissimi eventi di magnitudo superiore a tre in aree prossime a impianti di trivellazione.

Per il sindaco di Roseto Capo Spulico Rosanna Mazzia la decisione politica è da sovvertire ad opera dei 17 sindaci che hanno ribadito di unirsi per contrastare tutto ciò.  Insieme alle ragioni scientifiche e mediche, alle amministrazioni, alle preoccupazioni della gente e dei comitati, propone di istituire un tavolo tecnico: “Se  non lo fa la regione lo facciamo noi”.

Carmelo Fanizzi, ricercatore della Joan Delfin Conservation di Taranto, informa sulla particolarità del golfo di Taranto e sulle specie marine che lo abitano e che vi trovano riparo. Descrive quelli che sono le attività più dannose per la fauna, prima ancora delle trivellazioni vere e proprie, cioè quelle degli air-gun, oltre che al danno che subirebbe l’intera economia.

Conclude Roberto Longo, responsabile nazionale di Unione Mediterranea. Ravvisa desiderio di fare rete, accogliendo quindi il senso di molti interventi. Definisce i campi di intevento dell- associazione di cui fa parte, partendo dalla definizione di colonia del sud Italia, mantenuta tale grazie alla complicità dei politici locali e dei governi nazionali.

Un intervento finale da parte del sindaco di Trebisacce Francesco Mundo, che associandosi a quanto detto dal suo collega di Roseto C.S. ritiene che sia giunto il momento di organizzare qualcosa di operativo per raggiungere le popolazioni, proponendo di organizzare una manifestazione a breve. Porta anche i saluti del governatore della Calabria Mario Oliverio , il quale manda un messaggio in cui fa sapere di “essere dalla nostra parte” ed essere disponibile per successive iniziative.

L’ultimo intervento del sindaco Ciminelli che auspica a breve un’altra azione di mobilitazio

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