Dal progetto Pon “Ricerca e competitività 2007/2013”,denominato “Servizio di gestione integrata e sostenibile del ciclo acqua-energia nei sistemi di drenaggio urbano”, che ha portato, nella fase di partenza per le relative attività di ricerca, alla realizzazione del terrazzo verde sul cubo 46/C dell’asse attrezzato dell’Università della Calabria e nelle relative vicinanze del parco di idraulica urbana sostenibile, dopo un percorso formativo finalizzato a creare delle figure professionali di esperto in gestione integrata e sostenibile del ciclo acqua-energia nei sistemi di drenaggio urbano, è nato presso il dipartimento di ingegneria civile, cubo 44/B, un nuovo laboratorio di idraulica e idrologia urbana (L.I.U.), con responsabile scientifico la professoressa Patrizia Piro. Il nuovo laboratorio, con della strumentazione altamente tecnologica, è stato inaugurato alla presenza del direttore del dipartimento di ingegneria civile, prof. Paolo Veltri, e del gruppo di ricercatori ed ingegneri esperti del settore formati attraverso l’apposito master di secondo livello previsto dal progetto Pon in questione, dalla cui esperienza è maturato un nuovo progetto denominato “Unical-mente sostenibile: un progetto lungo un ponte”, con l’obiettivo di creare riflessi sul territorio per quanto riguarda l’evoluzione di un piano di sostenibilità ambientale quale modello per l’efficienza sia delle strutture di servizio della pubblica amministrazione che dei privati. Un progetto innovativo, redatto e coordinato dalla prof.ssa Patrizia Piro, del dipartimento d’ingegneria civile, con la collaborazione di un nutrito gruppo di lavoro composto da ricercatori e docenti delle diverse discipline ed aree d’insegnamento e ricerca presenti all’interno dell’Università della Calabria le cui linee di azione riguardano il cibo, la salute e la qualità della vita. Ma il presente di tale progettualità futura è già cosa concreta con il lavoro avviato dal gruppo di ricercatori del Laboratorio di Idraulica e Idrologia Urbana (L.I.U.), che utilizzando i dati ricavati dal tetto verde e dalla strumentazione del Parco Tecnologico di Idraulica Urbana, collocato in località Vermicelli, si è sviluppato con particolare attenzione un piano lavorativo legato al tema degli allagamenti urbani, alla qualità delle acque meteoriche e fognarie e al loro impatto ambientale, nonché di studio della saturità idraulica del terreno in grado di capirne la consistenza per l’impianto di piantagioni, tipo vigneti, o di situazioni di dissesto idrogeologico. Il Laboratorio L.I.U., come si è sottolineato è attrezzato con strumentazione altamente tecnologica che consente di svolgere attività di ricerca e sperimentazione attraverso analisi chimiche e caratterizzazione idraulica dei terreni, oltre che analisi sulla qualità delle acque. All’interno di un simile contesto, considerato che le acque meteoriche di dilavamento provenienti dalle pavimentazioni delle strade urbane ed extraurbane, nonché delle loro aree di pertinenza (parcheggi, aree di servizio, caselli,ecc.) siano molto contaminate e possono determinare un rilevante impatto negativo sulla qualità del corpo idrico ricettore, sono stati condotti studi riguardo la qualità delle acque di dilavamento del bacino sperimentale del canale Liguori (Cosenza), del bacino sperimentale Vermicelli (Arcavacata di Rende) e del tratto Guardia Piemontese – Tortora della S.S. 18 dell’alto tirreno cosentino. Mentre le prove sui terreni sono state finalizzate allo studio della caratterizzazione idraulica degli stessi per conoscerne le caratteristiche fisiche e chimiche, la ritenzione, l’assorbimento delle acque da parte delle piante, il condizionamento del movimento dell’acqua nel suolo, parametri necessari per fare valutazioni nei campi più svariati e che vengono sempre richiesti come dati di imput in diversi modelli comunemente utilizzati per fare previsioni, stime, valutazioni dei fenomeni che riguardano il movimento dell’acqua nel suolo. Infine è stato pure avviato un filone di ricerca sulla valorizzazione ed il riutilizzo di elementi naturali, facilmente rintracciabili sul territorio calabrese, come ad esempio il nocciolino d’oliva, considerato per lo più come materiale di scarto, e che può essere, invece, utilizzato come mezzo filtrante per il trattamento delle acque meteoriche. (In allegato foto gruppo ricercatori LIU)