‘ndrangheta, de Raho: «Colpita parte forte economicamente»

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REGGIO CALABRIA – Con l’inchiesta “Fata Morgana”, che stamani ha portato a sette fermi, è stata colpita «quella parte della ‘ndrangheta che l’ha resa forte anche dal punto di vista economico, che ha rapporti con la politica, con le amministrazioni locali, con dirigenti e funzionari pubblici. E’ una parte esponenziale della ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria». Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. Tra i fermati, ha proseguito il magistrato, ci sono anche i «titolari di supermercati, quindi distribuzione alimentare di alto livello che dal punto di vista economico hanno portato avanti il centro commerciale La Perla dello Stretto, anche li muovendosi con un metodo sostanzialmente ‘ndranghetista imponendosi al consorzio di imprenditori che avevano aderito a quel gruppo. E’ una parte molto rilevante dell’economia di Reggio Calabria. I fermi – ha concluso de Raho – sono stati disposti per il pericolo di fuga di alcune posizioni che abbiamo trattato e che erano strettamente connesse alle altre per le quali siamo dovuti intervenire. Qualcuno stava già traslocando e portando via tutto dalla città evidentemente aveva notizia di questo». Fra i sette professionisti fermati per ordine della Dda di Reggio Calabria con l’accusa di accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, tutti aggravati dalle modalità mafiose, c’è anche l’avvocato Paolo Romeo. Per la Dda di Reggio Calabria è uno dei sette fra imprenditori, avvocati e commercialisti che, grazie al ruolo rivestito all’interno della ndrangheta reggina, avevano creato una rete di rete di professionisti, capace di indirizzare le sorti di rilevanti settori dell’economia di Reggio Calabria. Fra loro, ci sono gli imprenditori Emilio Frascati, Giuseppe Chirico, Natale Saraceno, ma anche Domenico Marcianò. Per questo motivo sono stati tutti fermati oggi per ordine della Dda di Reggio Calabria, che ha ordinato alla Guardia di Finanza di mettere i sigilli anche a 12 società e beni per un valore complessivo di circa 34 milioni di euro ed effettuate oltre 30 perquisizioni. Ma sul registro degli indagati, sebbene non colpiti da misura, figurano anche diversi amministratori pubblici di Reggio Calabria dei quali non è stata fornita al momento l’identità che allo stato risultano indagati in stato di libertà, insieme a diversi diversi dipendenti pubblici che, hanno precisato fonti investigative, oggi sono stati sottoposti a perquisizione. Fra gli indagati figurano il presidente della provincia Giuseppe Raffa, il consigliere provinciale Demetrio Cara, il cancelliere capo della Corte d’Appello, Aldo Inuso, l’ex magistrato Giuseppe Tuccio, l’avvocato Antonino Marra, l’avvocato Rocco Zoccali, Pino Benedetto ma anche Amedeo Canale, Andrea Scordo, Antonino Idone, Domenico Pietropaolo, Gaetano Tortorella, Saverio Genovese Zerbi. Michele Serra, Giuseppe Strangio, Domenico Arcò e Giovanni Pontari.

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