“La situazione in Calabria è così grave che senza un patto tra le principali forze sociali, la Regione e le istituzioni locali, non si va da nessuna parte. Di questo ne sono profondamente convinto”. E’ quanto ha detto il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio nel corso di un incontro presso la sede della Giunta regionale a Catanzaro di presentazione del recente “Patto per la Calabria” sottoscritto da Unindustria, Cgil, Cisl e Uil. Ai lavori, introdotti dal presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca, hanno preso parte i vertici regionali di Unindustria e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. “La gravità dei problemi ed i guasti che sono stati determinati in questa regione nel corso di un lungo periodo di tempo -ha proseguito Oliverio- sono tali che solo attraverso uno sforzo unitario generale intorno ad un percorso condiviso si può uscire da questa situazione. Il vostro documento, che avete appropriatamente denominato “Patto per la Calabria”, rappresenta un atto di grande responsabilità, un punto significativo di questo percorso, perché è espressione di grande maturità nella valutazione complessiva dello “status” drammatico in cui versa la nostra regione”.“Davanti a noi –ha aggiunto il Governatore della Calabria- c’è un duplice ordine di problemi da affrontare. Il primo riguarda il rapporto con lo Stato centrale. Un problema che non appartiene solo alla nostra regione, ma all’intero Mezzogiorno. Non è affatto vero che gli effetti della crisi si sono riversati con la stessa intensità e con la stessa misura su tutte le regioni del Paese. Mentre al nord c’è stata una situazione di partenza vantaggiosa, un tessuto produttivo forte che, in qualche modo, ha reagito ed attutito i danni, nel Mezzogiorno ai problemi preesistenti se ne sono aggiunti altri e ancor più gravi. Ha piovuto sul bagnato, insomma e il ritardo del sud rispetto al resto del Paese si è ulteriormente aggravato. Ora bisogna invertire la tendenza e, per farlo, c’è bisogno di assumere scelte e politiche che vadano nella direzione opposta a quella verso cui sono andate finora. Occorre assumere politiche e scelte che, purtroppo, ancora non si vedono. Tanto per fare un esempio: il comma 122 della legge sul Patto di Stabilità, sul quale sono intervenuto con forza e assai criticamente nel corso della Conferenza Stato-Regioni e su cui continuerò ad insistere perché si modifichi, drena al Mezzogiorno 3 miliardi e mezzo di risorse già destinate a questa parte del Paese. Tutte le risorse non spese al 30 di settembre 2014 vengono ricondotte in un fondo non per essere reinvestite nelle regioni del Sud, ma per essere destinate altrove. Così non si può più andare avanti. Ecco perché il vostro documento è importante: perché serve, a partire dal Governo, a ricreare la giusta attenzione del Paese nei confronti del Mezzogiorno”.“La seconda questione -ha proseguito il presidente della Giunta regionale- riguarda noi stessi. Non possiamo più proporre ed inseguire vecchi schemi. Dobbiamo fare un salto di qualità e riconquistare fiducia e considerazione, definendo obiettivi per lo sviluppo che abbiano come cardine il lavoro e il sostegno alle imprese. In questo momento stiamo reimpostando la programmazione dei fondi comunitari 2014/2020. Sulla parte che riguarda l’agricoltura e l’agroalimentare abbiamo svolto un intenso e serio lavoro che darà presto i suoi frutti. Sul resto, Fondo Sociale e Fesr, stiamo lavorando intensamente e avremo presto occasione di discuterne insieme nel merito”.“La Calabria, se saremo uniti e coesi –ha concluso Oliverio- dovrà avere l’attenzione e il rispetto che merita. Non permetteremo a nessuno di “palleggiarci” o di prenderci in giro. La vicenda del viadotto Italia è un esempio della nostra determinazione. Andremo fino in fondo difendendo la nostra gente, la nostra economia, il turismo e il nostro diritto alla mobilità. Chiederemo all’Anas il risarcimento dei danni e avanzeremo una serie di proposte concrete al governo nazionale su cui pretenderemo risposte urgenti ed adeguate. Su questo punto siamo pronti ed aperti ad accogliere idee e proposte integrative da qualunque parte esse provengono, purchè abbiano come obiettivo la costruzione del “Bene Comune”.
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