L’estate è già arrivata da qualche giorno e, nonostante il tempo ancora un po’ autunnale in varie parti d’Italia, ci si sente comunque euforici e felici, perché l’estate è sempre l’estate.
Viaggi, spiagge, lunghe camminate, notti infinite, tutto ciò fa parte di questa stagione, che in Occidente si presenta più dinamica e giovanile. In Oriente, invece, si osservano particolari usanze e precise manifestazioni, sempre nel rispetto della propria cultura.
E’ il caso del Giappone, la cui estate è caratterizzata specialmente dall’Obon festival, ma non è l’unica tradizione tipica del Paese.
Simbolo della stagione solare nipponica è il Fūrin.
Sarà capitato a tutti di vederne uno in un qualsiasi anime o manga, o quantomeno di sentirlo: tale oggetto è un campanello usato in questo periodo, che produce un suono simile a un semplice scacciapensieri. Il termine è composto da due parole, “huu” che significa vento, e “rin”, che significa campana, quindi campana di vento.
Il Fūrin è di origine cinese, ma è stato importato in Giappone da così tanti secoli che ormai viene considerato da sempre parte della cultura nipponica. Si reputa un oggetto dal grande potere benefico, infatti il suo suono gradevole si dice che allieti le giornate estive, difficili da sopportare a causa del caldo e dell’afa.
Il campanello è composto da un involucro rotondo, simile a una classica vaschetta in vetro per pesci per intenderci, da cui pendono uno o più tubicini che, al soffiare del vento, urtandosi fra loro o urtando all’involucro generano un suono molto melodioso e rilassante. Caratteristica tipica è una striscia di carta pendente attaccata ai bastoncini, su cui sono rappresentati paesaggi, frasi, illustrazioni o oggetti. I materiali per realizzare un Fūrin possono essere vari: la campanella è solitamente fatta di ghisa, ma vengono spesso utilizzati legno, vetro, bambù o argenteria varia; i tubicini vengono composti con acciaio, alluminio, o qualsiasi altro tipo di metallo; la strisciolina è realizzata in genere con carta di riso, ma spesso anche con altri materiali o tessuti. Ovviamente, in base alla composizione, cambierà anche il suono.
I Fūrin si appendono solitamente all’esterno dell’abitazione, su grondaie, finestre, infissi, ma può anche essere collocato all’interno della casa. Il loro suono è molto amato dai giapponesi, da cui traggono distensione e relax durante l’afa estiva. Ma rilassare non è l’unico ruolo dell’oggetto, infatti, secondo alcuni, questi particolari campanelli servono a tenere lontani gli spiriti maligni dalle abitazioni.
Visto l’estremo utilizzo dei Fūrin, in Giappone sono state emesse ordinanze che ne regolano l’uso, soprattutto durante la notte e con il maltempo.
Andando in Giappone in questo periodo, insomma, non solo si potranno ammirare i bellissimi panorami tipici del Paese, una delle caratteristiche più note del luogo, ma si potranno anche ascoltare gli echi di meravigliosi tintinnii prodotti dai Fūrin. Una fantastica combinazione vista-udito che non si può perdere per nulla al mondo, da provare almeno una volta nella vita.
Se avevate dubbi sulla meta per le vacanze estive, ora non ne avrete più.
Paolo Gabriele De Luca