Che siano gli uffici della Green Moon o Pacific City questa frase è di casa; perché sfogliando il primo volume di Wallace house è di sogni che si parla.
Sceneggiato da Davide Mirabello, trasposto su carta dalla coppia Pietrangeli/Scarafia e realizzato tramite crowdfunding, Wallace House rappresenta il primo, solido ed entusiasmante capitolo di un’ambiziosa graphic novel divisa in tre parti made in Cosenza.
Le prime pagine del fumetto ci trasportano tra i ricordi di Joe Santana, per la precisione a 15 anni prima degli eventi narrati nel resto dell’opera, in un’epoca in cui Pacific City non era ancora attanagliata dal crimine e dal contrabbando di Smiley, una droga in pasticche. In questo frangente oltre a Santana conosciamo “Cath” Johnson, compagna e collega del nerboruto Joe. L’idilliaco momento tra i due viene presto interrotto da un grave incidente che sancisce insindacabilmente la fine della nostra presenza nel passato. Nemmeno il tempo di metter gli occhi sul primo balloon, che il lettore viene posto di fronte ad una delle peculiarità distintive del volume.
Narrazione e protagonista cambiano
Presentando cosi Akira e Minù, e con essi mutano anche i tratti della tavola. Per tutto l’arco narrativo Pietrangeli e Scarafia si daranno il cambio alle matite, enfatizzando con i loro stili differenti tratti e particolarità dei personaggi.
Digerito il repentino cambio stilistico, non resta altro da fare che addentrarsi tra le vicende narrate. In poco meno di 100 pagine, Mirabello getta le fondamenta di una Pacific City corrotta e malsana. I giovani di tale luogo non possono fare altro che adeguarsi a questo putrido sistema o rimanerne succubi. Unico faro di speranza in questo marasma sembra esser proprio la Wallace House, la bizzarra costruzione che fa da comune per i meno conformi alla società. Tale unica nota piacevole, calata in un altresì sgradevole contesto, basta a rinfrancare lo spirito di colui che legge, donando all’ambiente una tinta concorde con la cultura pop del momento, pregna di supereroi e bizzarri punitori.
Svariate sono le citazioni riscontrabili tra le pagine, un chiaro esempio è il villain Lullaby, chiaro omaggio alla nemesi dell’uomo pipistrello: Joker.
Tralasciando il resto della trama per non svelare troppi particolari, quanto mostrato in questo primo volume convince; tanto da lasciar sperare che nei successivi il trio abbia ancora più possibilità di dar profondità a tale cornice, ma soprattutto di fornire al lettore una sufficiente dose di spiegazioni per quanto mostrato nelle ultime frazioni del fumetto.
Noi di Nerd30 comprendiamo che attendere la stesura della seconda parte potrebbe risultare estenuante, ecco perché ci sembra giusto ricordare che è in corso una seconda campagna di crowdfunding su Indiegogo, per portare il primo scorcio di trilogia dal bianco e nero al colore.
Non ci rimane nient’altro da fare se non augurarvi buona lettura in compagnia di Joe, Akira e Minù.
Miriam Caruso