Finalmente l’attesa è finita, al cinema sono arrivati i Guardiani della Galassia Vol 2 e non potevamo non farne una recensione.
Sono passati ormai quasi 3 anni da una delle più grandi trovate dei Marvel Studios, ovvero utilizzare personaggi fumettistici di nicchia come i Guardiani Della Galassia per la realizzazione di un lungometraggio che ancora oggi è tra i migliori mai realizzati dalla Marvel Disney. Il primo film dei Guardiani possedeva infatti una confezione grafica e registica da film autoriale, grazie anche al talento del regista James Gunn, che con la sua maestria è riuscito a tirar fuori un film d’intrattenimento divertente, ma con delle trovate stilistiche e narrative veramente ispirate.
Con l’arrivo del secondo film sui Guardiani c’era nell’aria il timore che ne venisse fuori una pellicola nettamente inferiore alla prima. Lasciatemi dire che questo timore viene offuscato dopo appena 10 minuti di visione.
LA TRAMA
Nel 1980, Meredith Quill e il suo fidanzato alieno fanno un’escursione nei boschi del Missouri, dove lui pianta un seme alieno nel terreno. Trentaquattro anni dopo i Guardiani Della Galassia vengono assoldati dalla razza dei Sovereign per difendere alcune preziose batterie da un mostro intergalattico. Una volta completato il lavoro e ottenuta la loro ricompensa (ovvero Nebula), i Guardiani partono a bordo della nave Milano, ma vengono attaccati dai Sovereign a causa di Rocket, che ha rubato alcune delle batterie. La nave precipita sul pianeta Berhart dove i Guardiani fanno la conoscenza di Ego, che rivela essere il padre di Peter Quill/Starlord.
IL COMMENTO
I Guardiani Della Galassia Vol. 2 è stato sicuramente uno dei cinefumetti più attesi degli ultimi anni, merito anche del suo predecessore, che aveva in un certo senso dato nuova linfa al genere, fondendo la classica space opera al genere supereroistico. Questa nuova pellicola riesce nella difficile impresa di estendere ed evolvere il discorso iniziato con il primo film. Infatti, se la prima pellicola era una storia sulle origini del gruppo, questa seconda si basa sull’evoluzione del rapporto tra i singoli componenti. Si tratta di un film che fa leva sul tema dei legami e della famiglia, ponendosi una sola e semplice domanda:
essere una famiglia significa necessariamente avere un legame di sangue?
Ovviamente avete già intuito la risposta ma vi lasciamo alla visione del film per scoprire come si evolverà la faccenda.
A livello di trama il film non è niente di trascendentale, infatti sono la linearità e l’intrattenimento a farne da padroni, con l’aggiunta dei classici siparietti comici tipici delle pellicole degli Studios, ma in questo caso specifico troviamo una volgarità nei dialoghi che non ci si aspetterebbe da un film di questo tipo. Probabilmente in questo si vede l’impronta del regista, che ha sicuramente avuto una certa libertà dalla produzione. Ma a parte questo abbiamo un film completo sul piano emotivo, con la presenza di alcune scene veramente toccanti nel finale. Inoltre sono presenti 5 scene dopo i titoli di coda, anche se si tratta di ulteriori gag, niente che vada ad anticipare Thor: Ragnarock o Avengers: Infinity War.
Le interpretazioni sono tutte ottime e funzionali, in particolare un grande Kurt Russel su Ego. Nel film si nota anche la presenza di Sylvester Stallone per qualche minuto.
COMPARTO TECNICO
Sul piano puramente tecnico abbiamo una regia e un montaggio che già nelle battute iniziali mettono in chiaro la loro maestosità, con un piano sequenza durante una battaglia con un mostro che è qualcosa di incredibile. La camera segue i movimenti di Baby Groot per qualche minuto, mentre gli altri personaggi affrontano la creatura, con un lavoro magistrale sulla profondità di campo e sugli effetti visivi. Proprio gli effetti sono uno dei punti di forza della pellicola, con una computer grafica di altissimo livello, soprattutto per animare Rocket e Baby Groot. La fotografia è luminosa come nel precedente film, con degli effetti di luce e dei lens flare di forte impatto in alcune scene.
In conclusione vi consigliamo di correre al cinema per recuperare un film che vi divertirà ed emozionerà come pochi cinefumetti riescono a fare.
Antonio Vaccaro