Crisi dell’agrumicoltura, Aceto scrive alla Regione

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COSENZA – «Il comparto agrumicolo, in tutta la Calabria, sta vivendo una crisi molto pesante che limita ogni giorno di più la capacità d’impresa degli agricoltori. La gravissima situazione che riguarda in particolare le clementine, sta compromettendo la tenuta economica e finanziaria di numerose imprese. Insomma  l’agrumicoltura non solo langue, ma rischia il tracollo!” Inizia così la lettera inviata dal presidente della Coldiretti Calabria,  Franco Aceto, al Presidente della Regione Oliverio,  e al Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura Giovinazzo.  La stagione della raccolta, che volge alla fine – continua la lettera – è caratterizza da fenomeni fortemente negativi: eccesso di produzione di clementine e contrazione di produzione di arance, prodotto invenduto rimasto sulle piante, interi stock immagazzinati in cella che, in poche ore diventano non idonei alla commercializzazione, per fenomeni di marcescenza dovuti agli eccessi di pioggia del periodo estivo/autunnale combinati alle temperature miti che hanno accompagnato, sin dall’inizio, la campagna agrumicola, fino a pochi giorni fa. A questo si associano le gelate di questi giorni dovute al brusco abbassamento delle temperature.  È in crisi uno dei tesori agroalimentari della Calabria: questo l’allarme che lancia Aceto. Una situazione che fa chiedere in primis alla Coldiretti l’esigenza di attivare provvedimenti specifici, a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale, unitamente ad altre misure che è necessario avviare in ambito regionale.  Questo – chiarisce –  può essere fatto con gli strumenti di cui disponiamo e i primi due, tamponerebbero il grave stato di difficoltà derivante dalla perdita delle produzioni. Ed ecco le precise richieste: 1) Un intervento presso Arcea per garantire l’erogazione in tempi rapidi dei saldi PAC e PSR relativi alle annualità 2018 e pregresse a tutti gli agricoltori danneggiati; 2)riconoscimento dello stato di calamità naturale per gli eccessi di pioggia e le alluvioni del 2018; 3) l’adozione di un bando monotematico a valere sulla misura 4.1 del PSR per la riconversione varietale degli agrumi, al fine di migliorare la competitività sul mercato; 4) l’istituzione di un regime di aiuto regionale, per affrontare la situazione di crisi, con l’adozione del Piano Agrumicolo.  Altra situazione che preoccupa Coldiretti sono le massicce importazioni di agrumi dall’estero che, confondendosi con la produzione calabrese, hanno fatto abbassare i prezzi di vendita al dettaglio e ancor più il prezzo riconosciuto all’agricoltore che  non copre ormai nemmeno i costi di raccolta. «Pratiche commerciali sleali  – sottolinea Aceto – che condizionano notevolmente il mercato con prezzi, alla produzione da fame». Sul territorio ionico, tra Sibari e Rossano Calabro, ma anche nella Piana di Rosarno -Gioia Tauro, nel Lametino e non escludiamo anche in altre aree– denuncia Coldiretti – arrivano, quasi quotidianamente, ingenti quantità di clementine, e tutt’ora arance,  che abilmente vengono stoccate e poi spacciate per italiane sui mercati locali e nazionali, alimentando un circuito illegale di importazioni di prodotti agroalimentari creando  concorrenza sleale. Una situazione non più sopportabile che per Coldiretti occorre affrontare con una forte convergenza tra MIPAAF, il Dipartimento Regionale Agricoltura e la filiera. Insomma misure e azioni complementari al fine di elevare il livello dei controlli sulla totalità dei prodotti provenienti da paesi concorrenti e smascherare le false etichette di provenienza del prodotto. «Dalla pronta attuazione e da questa azione sinergica – conclude il Presidente di Coldiretti Calabria –  dipende una parte del futuro di un comparto che garantisce sviluppo e, quindi, posti di lavoro, ma anche tradizione e cultura, buona alimentazione e territorio ben gestito».

 

                              

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