Il 23 Marzo 2017 su moltissimi calendari europei è un giorno tinto di rosso.
Malgrado non sia un effettivo giorno festivo, o una particolare ricorrenza del vecchio continente, in tanti fremono per l’arrivo di quella data. Il perché è presto detto: il 23 Marzo 2017 è il giorno scelto da Electronic Arts per rilasciare in Europa l’ultima fatica di BioWare, Mass Effect Andromeda.
Il titolo rappresenta il quarto gioco ufficiale di una delle saghe Sci-Fi più acclamate negli ultimi dieci anni. Con tali premesse è facile giustificare come un evento simile causi fermento tra i videogiocatori di tutto il mondo. Tuttavia le medesime promesse possono portare i più scettici o, nella migliore delle ipotesi, i più curiosi, ad interrogarsi sul perché la trilogia originale di Mass Effect sia divenuta un successo planetario.
Ma facciamo un passo indietro
Anno 2003: Bioware lancia sul mercato “Star Wars: Knights of the Old Republic”. Il titolo riscuote un notevole successo tra critica e pubblico, tanto da spingere l’azienda canadese a scritturare in blocco il project director Casey Hudson ed il suo team per un seguito. Lo sviluppo procede spedito, fino ad arrivare al punto in cui i canoni imposti da un brand di rilievo come Star Wars iniziano a risultare castranti per Casey ed i suoi, il cui unico scopo era quello di creare un’opera dal fortissimo impatto cinematografico. Da quel momento il progetto prende tutt’altra direzione rispetto a quanto tracciato, fino a divenire un titolo completamente nuovo che oggi conosciamo come Mass Effect.
Mass Effect rappresenta il primo e fondamentale tassello del mosaico che racconta la storia di John Sheppard, protagonista indiscusso di tutta la trilogia .
Storia e Personalizzazione
Le icone del sistema di scelte: blu per le scelte da Eroe, rosso per quelle da Rinnegato.
Fin da quando la serie assunse una propria identità, ben definita da tutto il team che prese parte al progetto, era riscontrabile il forte desiderio di creare una storia memorabile. A tal proposito, invece di regalare il classico clay-puppet-protagonist tipico dei giochi di ruolo, gli sviluppatori pensarono di donare ai giocatori il ruolo di assoluti protagonisti: questa intenzione traspare chiaramente dal complesso sistema di scelte che caratterizza tutti e tre gli episodi della saga.
Fin dal primo Mass Effect, il giocatore si troverà a compiere scelte significative, spesso coadiuvate da un carico emotivo non indifferente (inutile mentire, tutti ricordiamo ancora Virmire, anche se sono passati ben dieci anni!). Tali scelte influenzeranno in modo significativo l’andamento della storia e le risorse a disposizione del comandante della Normandy. Benché il sistema fornisse al giocatore due sole sostanziali alternative, Eroe e Rinnegato, l’aggiunta di una feature simile ha garantito a tutti e tre i titoli l’immersività tipica delle opere BioWare, in cui solitamente si modella il proprio personaggio a propria immagine e somiglianza senza dover scendere a compromessi sul pathos che il gioco è in grado di fornire.
Una minaccia vecchia come il tempo stesso
Piaga dell’universo fin dall’inizio dei tempi: I Razziatori.
Cos’è un eroe senza una chimera a cui opporsi? Fin dalla primissima missione su Eden Prime, riecheggia il nome dei Razziatori ( Reapers in lingua originale ) e dei loro araldi. Esseri biomeccanici che pretendono di essere la cura per l’evoluzione; dei perfetti giardinieri che fanno dell’universo intero il loro bonsai, floricoltori che decidono quando la pianta si è espansa troppo e, di conseguenza, deve essere potata. Proseguendo nella trama, il giocatore apprende come essi vivano ai confini dell’universo, ibernati per millenni, e che quando una loro sentinella lo ritiene opportuno, lasciano il loro sonno criogenico per porre fine a ciò che loro definiscono “Ciclo”. Ciò che rende ancora più insidiosi questi deus ex machina è loro capacità più subdola nota come indottrinamento: agendo come perfetti burattinai, i Razziatori scelgono un loro araldo, che permetterà al nuovo ciclo di fiorire favorendo la nascita di altre specie.
Comprimari
L’intero equipaggio arruolabile dal comandante Sheppard.
E’ opinione diffusa tra i molti giocatori che hanno accompagnato il comandante Sheppard fino al termine del suo viaggio, che in assenza dell’equipaggio della Normandy, poco avrebbe potuto fare il primo Spettro umano contro una minaccia come quella dei Razziatori. In aggiunta a questa condivisibile idea, Mass Effect deve ai suoi comprimari, oltre alla risoluzione di un problema planetario, anche il successo riscontrato in pubblico e critica. Ogni membro reclutabile nel corso della trilogia merita di esser conosciuto al meglio delle sue possibilità, portando a termine ogni possibile missione secondaria e frequentando la stiva tra una missione principale ed un’altra. Un chiaro esempio dell’importanza dei compagni di Sheppard per i fan del titolo è la romance con l’alieno Garrus Vakarian, richiesta a gran voce da chiunque avesse finito il primo titolo e giocato un personaggio di sesso femminile. La relazione interspecie è stata introdotta da Bioware in Mass Effect 2 ed è divenuta, stando ai dati raccolti dalla casa di sviluppo, una delle romance più scelte.
Concludendo
In aggiunta a quanto detto finora, molto si potrebbe raccontare sui tre titoli e sul materiale che orbita attorno ad essi ( libri, fumetti e giochi spin-off ). Tuttavia, scendere nel dettaglio priverebbe a quei pochi che ancora non si sono affacciati alla saga delle emozioni che solo una blind-run sa regalare, quindi in attesa del fatidico 23 Marzo non resta che augurare buon inizio ai neofiti e per tutti gli altri:
è tempo di indossare la tuta N7 ancora una volta, il Pathfinder ha bisogno di noi.
Daniele Icelo Pezzolla