CATANZARO – È da poco uscito per Tab edizioni “Giustizia, società, conflitto”, il secondo libro del sociologo Antonio Mirko Dimartino, assistente universitario alla cattedra di Conflitti e mediazioni presso l’Università “Magna Græcia” di Catanzaro, autore di numerosi saggi e pubblicazioni scientifiche, membro dell’Associazione italiana di sociologia (AIS) e redattore capo della Rivista internazionale di Sociologia giuridica e diritti umani.
Il volume propone al lettore alcune riflessioni di analisi sociale sul tema della giustizia in uno sfondo costante di teoria di conflitto sociale. Un percorso che non ha pretese esaustive ma che non può ignorare come nel panorama vasto e complesso degli studi socio-giuridici fin qui prodotti, in realtà molti meno di quanto il tema e la crescente problematicità delle situazioni sociali a questo collegate che quotidianamente emergono meriterebbero, richiede di indagare ancora una volta i rapporti tra diritto e società, con un occhio scientifico più attento ad una maggiore fruibilità delle tematiche stesse piuttosto che a quello degli approfondimenti strettamente tecnici o procedurali.
L’idea della stesura di un secondo libro nasce nel Dimartino dal poter constatare da sociologo del diritto, dopo anni di approfondimenti tematici da cultore della materia, nonché la collaborazione in discipline importanti come la Sociologia dei conflitti, la Sociologia giuridica e della devianza ed i Conflitti e mediazioni, come il panorama nazionale e internazionale degli studi e delle analisi sulla “giustizia” e sul “conflitto sociale” sia progressivamente cresciuto. Se, infatti, per un verso è aumentata a dismisura la richiesta di giustizia, per altro verso si è dilatata l’esigenza di controllare questa domanda.
Il volume, dunque, dopo una ricostruzione teorica dei principali dibattiti, compie un’analisi strutturale e funzionale del conflitto sociale, confermando come il conflitto sia la normale modalità di interazione tra gli uomini. La solidità del rapporto sociale, difatti, deve essere misurata dalla presenza del conflitto e non dall’assenza dello stesso. Insomma un libro che offre finalmente la possibilità di comprendere come il conflitto sia un fenomeno ineliminabile della società, riflettendo su come la giustizia, in qualche modo, tenda a nutrirsi del conflitto stesso.