VERONA – Si è aperta l’edizione 2016 del Vinitaly, la celebre rassegna vitivinicola italiana, famosa in tutto il mondo. Una rassegna a cui, anche quest’anno, la Calabria ha offerto il meglio della propria produzione vitivinicola con “Terre di Cosenza”, riscuotendo il consenso dei più importanti opinion leader presenti. Nel corso del dibattito “Terre di Cosenza dop, il mondo del Magliocco. Presentazione del territorio e dei suoi prodotti”, organizzato dalla Camera di Commercio di Cosenza e dal Consorzio Terre di Cosenza Dop, sono stati presentati a operatori e stampa di settore i vini della Dop bruzia. In particolare, quest’ultima include un’ampia gamma di uve, molto diverse tra loro e al contempo ricche: Guarnaccino, Mantonico Nero dell’Esaro, Greco nero del Savuto, Arvino, Malvasia, Moscatello di Saracena, Greco, Guarnaccia Bianca, Pecorello, Mantonico Bianco, Verdana e molte altre varietà ancora in fase di vinificazione sperimentale. Una varietà di prodotti, dunque, che racconta una parte di storia del territorio, con la millenaria storia della coltivazione della vite su territori naturalmente differenti inseriti in microclimi vari. Ad accompagnare il viaggio alla scoperta dei sapori vinicoli, prodotti della gastronomia locale, dai salumi prodotti con il suino nero di Calabria, animale che ben si adatta a ogni tipo di alimentazione e proviene da allevamenti non intensivi, al pane di Cuti di Rogliano, a lievitazione naturale con lievito madre e cottura in forno a legna, nato da una sapiente miscela di farine nel solco della tradizione.
I segreti della tradizione vitivinicola cosentina sono stati rivelati ai presenti dalle fonti storiche e aneddotiche dello storico Antonello Savaglio, autore del volume di prossima uscita “Un vino da Signore – La viticultura nelle “terre” di Cosenza tra Cinquecento e Settecento”. Papi e imperatori, come si evince dal racconto storico di Savagli, hanno apprezzato il vino delle terre cosentine, da papa Paolo III Farnese, che decantava le qualità del vino locale al cardinale Ascanio Sforza, all’imperatore Carlo V, amante dei vini delle campagne di Bisignano, serviti nelle cene organizzate in suo onore dal principe Pietro Antonio Sanseverino. “I vini cosentini – ha spiegato, infatti, Savaglio agli ospiti – racchiudono una storia antica che vede il suo massimo splendore nel Cinquecento. Tante le curiosità rintracciate attraverso lo studio delle fonti, per esempio dagli scritti emerge che il Magliocco fu il vino utilizzato dai Lanzichenecchi per il sacco di Roma, perché considerato un vino capace di dar forza, e il papa Paolo III Farnese lo utilizzava per curare le sue malattie. Dominique Van Denon, un viaggiatore del Settecento descrive il vino calabrese come il migliore d’Italia”.
Del resto, le cantine calabresi, aperte a una lavorazione che concentri tradizione e innovazione, sono pronte a presentare a un mercato sempre più esteso. Il Consorzio di tutela dei vini Terre di Cosenza Dop comprende, d’altra parte, una quarantina di aziende e detiene il merito di aver organizzato l’intero territorio della provincia sotto una denominazione unica, attraverso semplici regole di produzione per ottenere il meglio dai vigneti del territorio.
Lo stesso ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, presente all’inaugurazione del Vinitaly, ha dichiarato: “La Calabria è regione di grandi eccellenze paesaggistiche ed enogastronomiche. Queste giornate saranno occasioni enormi per testare alcuni passi avanti importanti e credo sia giusto riconoscere la grande stagione di lavoro realizzato con la Regione Calabria proprio sul versante agroalimentare in relazione anche ai vostri rappresentanti istituzionali in Parlamento. Io devo constatare che abbiamo misurato dei passi avanti importantissimi e dobbiamo andare avanti perché soprattutto nel mezzogiorno abbiamo un patrimonio ancora inesplorato di potenzialità tra settore primario e terziario avanzato soprattutto per la connessione tra esperienze agricole, enogastronomiche e turismo di qualità. Questa occasione per la Calabria è unica e sono qui per dirvi che siamo con voi e lavoreremo con voi. Andiamo avanti”.
A fargli eco il Governatore della Calabria Mario Oliverio che ha affermato, a sua volta, che “il futuro inizia qui. I nostri vini di qualità sono il simbolo di una nuova Calabria, di una Calabria positiva che unita conquista i mercati internazionali. Grazie all’impegno dei produttori percorriamo la strada di un grande cambiamento. Il vino come energia per accendere i nostri motori, per ripartire e dare la giusta velocità a questa nuova evoluzione”.
Tanti anche gli estimatori celebri del vino e della viticoltura calabrese. Tra questi, lo scrittore Carmine Abbate, vincitore del Premio Campiello 2014, e Marcello Masi, direttore del Tg2, il quale ha dichiarato: “Ho visto in Calabria territori meravigliosi che l’uomo ha tentato di rovinare per decenni, ma oggi ho visto anche la una voglia di riscatto nei volti dei produttori che abbiamo incontrato, abbiamo visto le vigne, le colline, i terreni che sono tornatialla Calabria grazie al lavoro dei calabresi. Questo è il plauso che io posso fare alla Calabria, avete un patrimonio immenso e per anni lo abbiamo sottovalutato tutti. Oggi si è presa maggiore consapevolezza e grandi vitigni si stanno trasformando in grandi vini che già oggi stanno insidiando i grandi vitigni internazionali che abbiamo in Italia. Complimenti”.