[#CiNerd] Quel bravo ragazzo, la recensione

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Giornata tipo: ti alzi presto, vai a lavoro, a scuola o all’università, pomeriggio stressante fra mille cose da fare, torni a casa la sera e ti butti sul letto in cerca di un po’ di calma. «E se poi te ne penti?». Non preferiresti andare al cinema a vedere un po’ di sana comicità? Il 17 Novembre 2016 è arrivato nelle sale cinematografiche Quel Bravo Ragazzo, nuovo film di Enrico Lando (I Soliti Idioti) con protagonista Herbert Ballerina, nome d’arte di Luigi Luciano.

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Alla sua prima opera da personaggio principale, Herbert ha scalato il successo insieme alla crew di Marcello Macchia, meglio conosciuto come Maccio Capatonda, e al surrealismo comico che caratterizza ogni sceneggiato del gruppo.
La storia prende parte quando il boss della potente famiglia siciliana Don Ferdinando Cosimato, in fin di vita, decide di nominare capo della cosca suo figlio Leone, mai riconosciuto. Alla morte del padre, il ragazzo si troverà a dover gestire tutti gli affari illeciti dei Cosimato ma, vista la sua incredibile ingenuità al limite del possibile, le vicende non avranno finali proprio rose e fiori per la famiglia.

Già dalla trama si capisce benissimo che le risate sono assicurate e, come sempre, il marchio Maccio-Herbert non delude mai. Il ruolo di Ballerina/Leone, è quello che egli è solito interpretare: un personaggio non molto sveglio, anzi, per niente sveglio, poco intelligente e con la testa costantemente altrove, il tutto portato a un livello inverosimile. Si potrebbe pensare che mettere in scena sempre lo stesso soggetto possa, a lungo andare, stancare lo spettatore, in particolar modo questo era un rischio per il film, anche in considerazione del fatto che la regia non è affidata al solito Capatonda, che sa sempre come gestire il suo gruppo. E invece, per fortuna, Herbert ha saputo dare il meglio del personaggio al film, infondendo carattere e consapevolezza a un protagonista che sì, aveva le caratteristiche solite di tutti i suoi ruoli, ma questa interpretazione, inserita in storie e contesti sempre diversi, rinnova in continuazione il personaggio.


A questo proposito, le risposte senza senso e inverosimili di Leone al mondo intorno a lui non solo creano un grande clima comico e di risata, ma sono funzionali anche a creare un evidente contrasto.

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Prendiamo ad esempio Italiano Medio, film interamente ideato e girato da Maccio Capatonda e che ha riscosso un enorme successo: in questo titolo il mondo intero è riflesso dalla lente del regista abruzzese, cioè impregnato di quell’aria inverosimile che caratterizza ogni comportamento dei personaggi, anche di semplici comparse; quindi in quella dimensione ogni risposta che allo spettatore sembra assurda, nella storia è qualcosa di assolutamente normale. Ma questa è la visione attraverso cui si esprime Marcello Macchia. Viene ribaltata la questione in “Quel Bravo Ragazzo”, anche perché la regia come già detto è affidata a Enrico Lando, la cui visione di comicità è sicuramente differente da quella della crew di Maccio, che comunque partecipa al film come attore. Questo crea un forte contrasto sulla scena, perché il protagonista esce quasi fuori dalla storia stessa, è come se Leone e Don Isidoro (Maccio Capatonda) fossero due personaggi bizzarri e surreali inseriti nel nostro mondo, in una dimensione “normale”. Questo non può che portare a una piacevole fusione tra una classica commedia italiana e la comicità alternativa e sopra le righe di Marcello Macchia.

Ricordiamo, poi, che il tema principale del film è la mafia, ma la delicatezza di questa tematica particolarmente sensibile non viene né fatta pesare troppo né sminuita. Certo, è una commedia e i toni sono più leggeri, ma leggendo e interpretando un po’ più in profondità lo sceneggiato, è possibile anche cogliere quella che è la realtà delle varie terre di mafia.

quel-bravo-ragazzo-4Forse i fans accaniti di Herbert Ballerina, Maccio Capatonda e il resto del gruppo storceranno un po’ il naso alla visione di “Quel Bravo Ragazzo”, perché, appunto, non rispecchia le condizioni in cui siamo abituati a vedere i personaggi da loro interpretati; ma questo non significa che il film sia di qualità inferiore, anzi, è una visione estremamente piacevole e soprattutto che si differenzia dal solito prodotto italiano in voga da un po’ di anni a questa parte.

Il consiglio, ovviamente, è quello di correre al più presto al cinema, perché vedere come una persona normale reagisca a comportamenti bizzarri di un personaggio che sappiamo bene essere estremamente irreale, assicura tanto divertimento.
Buona visione!


                                                                                                Paolo Gabriele De Luca

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