La fantascienza è un genere molto controverso. A volte capita di sentire persone dire «consigliami un film, però qualsiasi genere tranne fantascienza!», quasi come se il genere non avesse nulla da dare. Io invece sono dell’avviso che la fantascienza sia il genere che più si avvicina alla realtà dentro il nostro cuore. Un genere che a volte va a toccare i nostri sogni, le nostre paure, le nostre debolezze e soprattutto va a toccare la smisurata sete di conoscenza che ha sempre accompagnato il genere umano. Se c’è un anime che riesce ad essere tutto questo, quello è PlanetES.
PlanetES è un anime del 2003, composto da 26 episodi e tratto dall’omonimo manga di Makoto Yukimura, da cui si discosta negli avvenimenti, mantenendo comunque lo stesso spirito dell’opera originale. L’anime è prodotto dalla collaborazione tra Bandai e Sunrise ed è stato reso disponibile solo recentemente sulla piattaforma di streaming legale VVVVID con un ottimo doppiaggio italiano. Un anime che ha riscosso enormi consensi e al momento si trova in sesta posizione tra i migliori anime di tutti i tempi secondo l’utenza di Animeclick, con una media voto di 9,085 su 10.
La trama è molto semplice: Anno 2075. La Terra è ormai circondata da detriti spaziali di ogni tipo. Di questo problema si occupa la sezione detriti, in cui lavorano i due protagonisti, Hachirota “Hachimaki” Hoshino e Ai Tanabe. Il loro compito è quello di raccogliere detriti per impedire che si verifichino incidenti nello spazio.
PlanetES può essere definito come uno “Slice of life di fantascienza”. Il futuro descritto nell’opera è estremamente realistico e non viene difficile credere che possa essere un possibile futuro “reale”. La cosa è confermata anche dal narratore, che all’inizio di alcuni episodi spiega che sono passati appena 100 anni dal primo allunaggio dell’Apollo 11.
Nonostante il contesto, ci troviamo di fronte ad un’opera che ruota soprattutto intorno ai personaggi, riuscendo a creare una forte empatia con lo spettatore. Oltre ai due straordinari protagonisti, ci troviamo di fronte a personaggi secondari caratterizzati alla perfezione, in particolare il tecnico Yuri, personaggio che non si può non amare. Partendo dai personaggi, gli autori vanno a toccare quelle che sono le principali domande che da sempre l’uomo si è posto: «chi siamo?», «qual è il nostro destino?». Inoltre l’anime si concentra su tematiche come la solitudine (espressa con la metafora dell’immensità dello spazio) e l’amore. In particolare quest’ultimo tema è trattato magnificamente:
l’amore vero è un qualcosa di immune al tempo e allo spazio.
Inoltre PlanetES insegna una lezione fondamentale: non bisogna mai smettere di viaggiare con la propria nave, ma tutti abbiamo bisogno di un porto sicuro in cui tornare.
Oltre a trattare queste tematiche introspettive, nella seconda parte vengono trattati temi attualissimi come il terrorismo e il capitalismo.
Insomma, stiamo parlando di un’opera veramente eccezionale.
Per quanto riguarda il comparto tecnico e visivo, ci troviamo di fronte ad un’opera che non ha nulla da invidiare ad un film hollywoodiano. Un realismo nella messa in scena veramente incredibile. Sul piano visivo c’è una grandissima cura nel design delle navi, delle stazioni e delle tute spaziali, oltre a delle animazioni veramente magnifiche. Oltre a questo abbiamo un comparto sonoro eccezionale, con il tipico silenzio dello spazio che sembra quasi assordante. Grande fonte di ispirazione è sicuramente 2001: Odissea nello spazio, con l’assenza di suono che fa comprendere quanto lo spazio sia inospitale e quanto noi siamo piccoli al suo cospetto. La regia di Gorō Taniguchi in quel senso prende molto spunto da quella di Kubrick in 2001, riuscendo ad enfatizzare le scene nello spazio in modo veramente impeccabile.
Un anime che crediamo possa soddisfare chiunque, non solo gli amanti della fantascienza di stampo spaziale (che rimarranno estasiati dal suo realismo e dalla sua accuratezza scientifica).
Antonio Vaccaro