[#NerdCuriosity] La cultura dei Defunti in Giappone

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Sarà capitato a molti, soprattutto agli otaku, di prendere parte a diverse scene di anime e manga ambientate durante una particolare festività, caratterizzata da bancarelle, lanterne, fuochi d’artificio, rituali e altre usanze che richiamano un substrato nipponico più antico. Per chi non lo sapesse, questo tipo di manifestazione, che si tiene ogni prima metà di Agosto e della durata di quattro giorni, è chiamata Obon, la cui finalità è quella di celebrare i defunti.

Andiamo per gradi: la concezione di morte nel Paese del Sol Levante è molto spirituale, infatti essa non viene considerata come qualcosa di fisico, riguardante esclusivamente la dimensione terrena dell’uomo, ma più che altro la morte riguarda, per i giapponesi, il cuore, inteso come sentimento profondo della persona. Secondo il buddismo, quando si muore lo spirito della persona rimane nel luogo a lui caro per quarantanove giorni e, durante questo periodo, si recitano preghiere per incoraggiarlo ad andare in un altro luogo; per questo motivo le cerimonie rivolte ai defunti non sono mai malinconiche, ma vengono celebrate in casa della persona scomparsa con la presenza di parenti e amici, vengono offerti cibi e fiori affinché lo spirito sia sollecitato ad andare via. Il rituale funziona con difficoltà se i parenti sono velati di tristezza.

manifestazione per i defunti

Può succedere spesso durante i quarantanove giorni che, quando si imbandisce la tavola, si apparecchia anche per la persona defunta, posizionando una foto dove era solita sedersi e servendo il suo piatto preferito, come se fosse viva.
Dopo i quarantanove giorni, le anime attraversano un fiume, passando sull’altra sponda. Secondo un’antica credenza, il primo giorno dell’ottavo mese le porte degli Inferi si aprono e gli spiriti tornano per quindici giorni nel mondo dei vivi per visitare i propri familiari. Durante questo periodo tutto si ferma in Giappone, ci si ricongiunge con le proprie famiglie per festeggiare con gioia l’arrivo delle anime dall’aldilà. La festività, come precedentemente detto, è chiamata Obon e si svolge dal 13 al 16 Agosto.

Per dare il benvenuto alle anime, si celebra il ritorno dei defunti con i fuochi d’artificio e vengono posizionate luci e fiaccole che permettono loro di ritrovare la strada di casa per ricongiungersi ai propri cari; in preparazione di ciò, ci si appresta a ordinare e pulire le abitazioni, proprio come se si aspettasse un ospite. Dopodiché, la celebrazione entra nel vivo: secondo la leggenda, il monaco buddista Shaka in un giorno di agosto vide la propria madre defunta che soffriva a causa della fame e, per aiutarla, l’uomo le diede cibo e bevande. Per questo durante la celebrazione si mangia insieme offrendo pietanze anche allo spirito della persona scomparsa, per alleviare le sue sofferenze. L’Obon si conclude come è iniziato: vengono riaccese le fiaccole, le luci e le lanterne per mostrare ai propri cari defunti il percorso per tornare nel regno dell’aldilà e, nel contempo, sono preparate delle imbarcazioni con dentro delle offerte che le anime portano con esse durante il ritorno.

fuochi giappone
Come al solito, anche il culto dei defunti in Giappone è impregnato di tradizione e credenze. La visione orientale dei cari che non ci sono più è molto diversa da quella occidentale; nella religione giapponese si crede che i defunti siano dei protettori per la famiglia, a metà fra anime e divinità.
Tale visione è molto poetica e di grande consolazione e speranza.      

Paolo Gabriele De Luca

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