Con gli anni chiunque abbia mai avuto un computer ha imparato a conoscere, e giustamente a odiare, i così detti “virus” o malware, simpatici e pucciosi programmi scritti da chi nella vita non ha veramente nulla di meglio da fare.
Ad oggi questi programmatori, o come vengono definiti nel gergo tecnico scassa M******, amano scrivere virus che ci inondano di pubblicità spazzatura, trasformano il nostro PC in un nodo per attacchi DDoS o semplicemente ci criptano con un cryptolocker i file, chiedendo un riscatto, così da suscitare in utenti, tecnici e sistemisti quel primordiale istinto di violenza che sfocia in urla da canzone Death Metal e trasformazione della propria rete in un carcere di massima sicurezza. Utenti, non prendetevela se il vostro sistemista in ufficio o ambiente scolastico vi blocca la maggior parte dei contenuti, mette metal a tutto volume quando lavorate, vi guarda con disprezzo quando gli fate una domanda e si comporta come Gatsu di Berserk quando c’è da risolvere un problema.
Tornando ai fautori di questi simpaticissimi programmi, che possiamo immaginarli come gli orsetti del cuore per come sono ben voluti, sono sempre esistiti, anche prima che internet si diffondesse e che i computer diventassero di uso comune.
I primi virus per computer casalinghi incominciarono a diffondersi nel 1986, quando sul Commodore 64 arrivò BHP dai nostri amici tedeschi Dr. Strobe e Papa Hacker, che più che nick da hacker sembrano quelli di due rapper degli anni ’90. Questo virus cambiava il colore del prompt in uno dei 16 colori disponibili e scriveva a schermo in tedesco la frase “SALVE CICCIONE! QUESTO È UN VERO VIRUS!”, facendoci ben supporre che nell’ottantasei gli utenti del Commodore 64 fossero solo ciccioni (nota: siamo in attesa di fonti storiche per accertare questa affermazione), o H.I.V. che, oltre a far trasparire il cattivo gusto degli autori nello scegliere il nome, si moltiplicava scrivendosi su qualsiasi supporto di memoria e facendo si che l’utente avesse parecchi grattacapi prima di debellare completamente la minaccia.
Però il vero momento di massimo espressionismo dei nostri “untori di felicità informatica dilagante” arrivò su MSDos che, grazie alla versatilità del sistema e alla scarsa stabilità, offriva nuovi modi per rompere le uova nel paniere ai poveri malcapitati.
Una collezione di questi virus, ormai innocui e avviabili da DosBox, è stata rilasciata su The Internet Archive, e noi di Nerd30 abbiamo stilato in esclusiva la classifica dei migliori 5 virus del Dos:
5° Skynet: a parte la palese citazione all’universo di Terminator questo simpaticone ci avvertiva, con una schermata rossa per suscitare tranquillità nell’animo dell’utente, che avrebbe rallentato il PC.
Infine educatamente augurava una buona giornata…
4° Kuku!: E poi… Kuku!
E lo schermo ti veniva riempito di Kuku! lampeggianti di diverso colore, mentre la tua bocca si colmava di insulti.
3° ELVIRA!: Altra citazione, questa volta a Star Wars, più che un virus è un ottimo esempio di demoscene.
2° WALKER: e poi niente, mentre stai lavorando al pc… un uomo anziano ti cammina sullo schermo, lasciandoti nella mente un unico quesito: Che senso ha?
1° CASINO: faceva una copia in RAM delle informazioni della vostra partizione per poi cancellarla. Infine ti chiedeva di fare una partita a Jackpot, se l’utente perdeva o provava a riavviare perdeva automaticamente tutto.
Infine Premio Speciale:
ITALIAN: perché noi italiani ci distinguiamo sempre e comunque, suscitando bestemmie agli italiani in tutte le lingue del mondo.
Fatta questa carrellata di amabili programmi, vi lascio alle “contrattazione” col losco figuro cinese che vi ha criptato con un criptolocker tutto il lavoro di una vita.
Pasquale De Rose