Anche questo mese torna la rubrica in cui vi consigliamo un anime poco conosciuto.
Questa volta tocca a Mononoke, anime sperimentale in 12 episodi prodotto da Toei Animation, scritto da Chiaki J. Konaka (Serial Experiments Lain, Texhnolyze), Michiko Yokote, Ikuko Takahashi e Ishikawa Manabu, con regia di Kenji Nakamura.
LA TRAMA
La storia segue le vicende di uno strano personaggio senza nome conosciuto come “Il farmacista” e la sua lotta contro esseri conosciuti come “Mononoke”, creature simili a spiriti che compaiono nel mondo umano, nati dall’unione tra uno yokai e la negatività di alcune emozioni umane. Per riuscire a battere un mononoke, il farmacista ha bisogno di conoscere le tre parti che lo compongono, ovvero Forma (Katachi, il tipo di mononoke), Verità (Makoto, l’origine dell’odio che lo ha generato) e Ragione (Kotowari, l’evento che fa nascere la voglia di uccidere del mononoke). A quel punto potrà estrarre la sua katana ed esorcizzare lo spirito.
IL COMMENTO
Mononoke è un anime veramente molto particolare, sia per la sua veste grafica che per i temi trattati. La serie è divisa in 5 archi narrativi, ognuno con i propri temi e con personaggi differenti, tranne ovviamente per il farmacista, che in ogni arco dovrà affrontare un mononoke diverso, che incarna solitamente un sentimento negativo scaturito da un essere umano prima della sua morte.
Quello che più colpisce di questa serie è la forza del racconto, che se seguito attentamente riesce a far immergere totalmente nella narrazione, grazie ad una gestione della tensione veramente magistrale. La grandezza di questo anime sta anche nella profondità con cui vengono trattati i vari archi narrativi, utilizzando il paranormale per parlare di quelle che sono le debolezze dell’animo umano, come odio e rancore. Ovviamente non starò qui a parlarvi dei singoli archi, lascio a voi il compito di viverli. Questa è una serie che, nonostante la lentezza della narrazione, riesce a lasciare il segno e a far riflettere. Lasciatemi aggiungere che un personaggio come il farmacista è veramente difficile da trovare, uno dei più carismatici che si siano mai visti.
APPARATO TECNICO
Sul piano tecnico abbiamo una serie che colpisce con il suo stile grafico particolarissimo, fortemente collegato alle tradizioni giapponesi e in particolare al “Kabuki”, un tipo di rappresentazione teatrale nata in Giappone del XVII secolo. Infatti Mononoke ha un comparto tecnico fortemente teatrale e unico nel suo genere, grazie anche ad un utilizzo di inquadrature grandangolari ricche di linee geometriche, che immergono lo spettatore in un’atmosfera surreale.
La regia di Nakamura riesce ad enfatizzare ogni singola scena con dei movimenti lenti e precisi, accompagnati da delle animazioni veramente molto buone e in linea con la particolare veste grafica. Le musiche sono eccezionali e hanno un grande merito nella gestione della tensione e delle scene emotivamente più forti.
Un plauso al grande Takahiro Sakurai, che doppia il farmacista con il suo solito carisma.
CONCLUDENDO
Mononoke è una di quelle serie che utilizzano l’animazione per sperimentare nuove tecniche grafiche e narrative, quindi merita la visione anche solo per questo. Con questo anime Toei Animation ha dimostrato di potersi staccare dai soliti Dragon Ball e One Piece e creare qualcosa di memorabile.
Antonio Vaccaro
Io ho visto la prima serie di questa saga “Ayakashi”, il cui ultimo arco è proprio incentrato sul farmacista, la cosa fantastica è lo stile grafico che si differenzia per ogni arco in base al tipo di racconto. Ah a proposito le due serie sono realizzate da Toei Animation (come è scritto anche nell’articolo), lo studio che oggi viene bistrattato come la peste bubbonica ^^
Mononoke devo ancora vederla, e questo articolo mi invoglia finalmente a guardarla.