[#NerdEvents] Games Week 2017, #5 Titoli Poco Noti ma Molto Interessanti

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Anche quest’anno la Games Week di Milano è riuscita nel suo intento di creare un’ampia vetrina di anteprime ed eventi, alla quale hanno preso parte, come ogni anno, decine di produttori del mondo videoludico, più o meno noti, oltre che centina di appassionati, youtuber, streamer e giornalisti.

Come ogni anno a farla da padrone sono gli stand dei grandi colossi del videogame e, a dirla tutta, con titoli che sono ormai diventati una compagnia costante di quasi ogni edizione, come Assassin’s Creed, Far Cry o Call of Duty. Nell’edizione 2017, tuttavia, ci sono stati alcuni titoli che hanno indubbiamente suscitato meno attenzione ma che meriterebbero sicuramente una menzione particolare.

SLAPS AND BEANS

La prima menzione va, senza troppe difficoltà, a Slaps and Beans, una piccola perla indie che ci riporta ai vecchi film di Bud Spencer e Terence Hill, stavolta nel ruolo dei protagonisti invece che degli spettatori. Il gioco si presenta come un classico picchiaduro a scorrimento, giocabile in compagnia di un amico, con un gusto grafico molto retrò che, ai giocatori più navigati, non potrà che ricordare i vecchi coin-op, ma riuscendo comunque a mantenere un’estetica raffinata, priva di troppi pixel sgranati e fastidiosi dopo lunghe sessioni. Come nel miglior stile di Bud e Terence, il nostro scopo sarà quello di farci largo attraverso orde di nemici con a disposizione pochi e semplici comandi, come nella miglior tradizione bet’em up: pugni, calci e la possibilità di raccogliere oggetti o far compiere ai nostri eroi qualche azione speciale. I livelli scorrono abbastanza piacevolmente e l’unica boss fight che è stata possibile sperimentare era molto interessante, richiedendo ai due giocatori di cooperare sfruttando le diverse capacità di entrambi i personaggi per riuscire a sconfiggere il nemico. Purtroppo, è evidente come ci sia ancora molto lavoro da fare: le interazioni con l’ambiente hanno il fastidioso problema di essere tutto fuorché precise, con azioni che si accavallano nello stesso luogo, rendendo quasi impossibile riuscire a fare ciò che è richiesto per andare avanti o la singolare capacità di Bud di attraversare le pareti; la prova, poi, si è conclusa nel peggiore dei modi, quando il gioco ha smesso di caricare il livello lasciandoci finire in un’area completamente nera e un po’ di amaro in bocca per la partita conclusasi forzatamente. In ogni caso, c’è da fare un plauso all’idea e al suo sviluppo: tutto molto semplice ma efficace al tempo stesso. Il gioco è ancora alla ricerca di fondi su Kickstarter per finanziare le prossime fasi del progetto.

SNAKE EYES: SINE REQUIE

Snake Eyes è un titolo tutto italiano, tratto dall’ambientazione del meglio noto gioco di ruolo Sine Requie e che ci proietta all’interno di uno dei manuali avventura pubblicato qualche anno fa: Gli occhi del serpente, appunto. Una piccola nota a margine: chi ha già giocato l’avventura del manuale, probabilmente non troverà grosse sorprese all’interno di questo titolo. Grazie a Sanke Eyes, ci caleremo in un mondo cupo, sconvolto dal risveglio dei morti avvenuto nel 1944, esattamente il 6 giugno, giorno dello sbarco in Normandia. Tredici anni dopo il mondo è pressoché in rovina e solo le dittature più crudeli sono riuscite a mantenere una parvenza di ordine sufficiente a condurre una vita più o meno normale, scendendo ovviamente a pesanti compromessi. Noi ci troveremo in Italia, dove il papato ha preso in mano le sorti del Sanctum Imperium, e il nostro scopo sarà quello di sventare un misterioso culto eretico. Il gioco si presenta come un RPG molto semplice: ciò che dovremmo fare, infatti, sarà leggere i testi che ci offrono una descrizione delle varie situazioni che andremo ad affrontare, oltre che i dialoghi che avvengono fra i personaggi; a questi testi potremmo spesso rispondere con delle scelte multiple, che andranno a condizionare lo svolgimento dell’avventura. Il combattimento viene gestito con un meccanismo di turnazione abbastanza statico: ognuno dei combattenti coinvolti ha la possibilità di effettuare un attacco, il cui esito viene determinato dall’estrazione dei tarocchi, il marchio di fabbrica di Sine Requie, ad ognuno dei quali corrisponde un esito, generalmente con delle sfumature più interessanti e particolari rispetto alla semplice dicotomia successo vs fallimento. Si tratta di un titolo abbastanza scorrevole e piacevole per passare una mezz’ora rilassante. Secondo gli sviluppatori, sarà rilasciato principalmente su PC, attraverso Steam, anche se c’è la possibilità di vederlo su altre piattaforme, a seconda di come andrà la raccolta fondi su Kickstarter. La prova gratuita era offerta attraverso un tablet, quindi il titolo apparirà probabilmente anche su mobile, che è il suo ecosistema più naturale visto il tipo di esperienza.

GENOMIA

La neonata Chromatid Dynamicsm ci presenta Genomia, un platforming con forti elementi RPG e modalità cooperativa. Anche questo titolo è tutto italiano e sarà disponibile, inoltre, in lingua inglese. Il gioco ci farà vestire i panni di Artico o quelli di Naida, due Dermonoidi che vivono nel mondo di Oran Ba. Stando agli sviluppatori, già questa prima scelta avrà un impatto sulla trama: i due personaggi, infatti, avranno caratteri differenti e vivranno storie estremamente diverse nel corso del gioco. Oltre a questo, le nostre scelte e persino il modo in cui decideremo di sviluppare il nostro personaggio modificheranno il livello di interazione con il mondo di gioco, al punto che anche in modalità cooperativa i personaggi potranno interagire in modo diverso a seconda di come si sono evoluti. Questo accade perché per potenziare le proprie abilità, in Genomia, i personaggi saranno portati a modifichere il loro DNA, andando ad impattare in maniera notevole sul modo in cui saranno percepiti dagli altri. A livello di gameplay, il gioco si sviluppa come un platforming in 2.5 D, arricchito da alcuni combattimenti gestiti attraverso un sistema chiamato Stringam: il personaggio verrà circondato da due cerchi durante lo scontro mentre, dal nemico, partiranno dei piccoli oggetti colorati che viaggeranno verso il pg. Il nostro scopo sarà quello di premere i pulsanti giusti prima che questi oggetti entrino nel secondo cerchio (nel qual caso subiremo un danno). Il sistema, che richiama molto giochi come guitar hero, è un’idea interessante per richiedere un po’ di rapidità e prontezza, in un game che altrimenti ruota molto intorno alle scelte fatte e alle loro conseguenze.

ESCAPE FROM SALEM

Tornando di nuovo al piccolo stand degli indie game, troviamo Escape from Salem, un titolo molto particolare sviluppato da un trio di ragazzi. Nel loro gioco vestiremo i panni di una strega che, dopo essere stata scoperta, deve fuggire da Salem prima di essere bruciata sul rogo, accompagnata da un corvo parlante di nome Pallas. Con Escape from Salem dimenticatevi di vestire i panni dell’eroe: qui siete il cattivo e la vostra preoccupazione principale è quella di fuggire prima di lasciarci le penne. Il gioco si sviluppa in 2D ed offre una serie di ambientazioni di stampo gotico e horror create da un illustratore, che si è anche occupato di scriverne buona parte della storia. Durante la vostra fuga, incontrerete diverse villici armati di forcone pronti a farvi la pelle, dai quali potrete difendervi con due attacchi: uno normale, meno incisivo ma più rapido, e uno caricato, che consumerà il vostro mana e richiederà un significativo tempo di lancio, ma avrà degli effetti importanti. Escape from Salem, tuttavia, offre inoltre una serie di enigmi da risolvere e che potrete superare anche grazie ai preziosi consigli di Pallas: nella demo di prova era presente anche una piccola sezione stealth, segno che c’è la volontà di creare un titolo che offra un’esperienza molto varia. A parte qualche piccola bega tecnica, perfettamente comprensibile per un gioco sviluppato da tre persone, questo titolo ha tutte le carte in regola per essere una piccola perla da provare assolutamente.

REMOTHERED: TORMENTED FATHERS

In Remothered vestiremo i panni di Rosemary Reed, una giovane donna che, con l’intento di investigare sulla scomparsa di Celeste Felton, si introduce abusivamente nella casa di suo padre, Richard Felton. Ciò che ci aspetta all’interno della magione è un’esperienza survival horror che, una volta tanto, abbandona i tratti del paranormale e ci proietta in un’immersiva e inquietante avventura. Nel gioco controlleremo la protagonista con una visuale in terza persona; le ambientazioni della casa sono molto cupe e il comparto sonoro, molto ben curato, contribuisce allo scopo di farci condividere l’inquietudine della protagonista. Muovendoci all’interno della casa, dovremmo cercare di indagare senza essere scoperti, altrimenti finiremo per avere alle nostre calcagna il “simpatico” Dr. Felton, armato di un falcetto e seriamente intenzionato a farci la pelle. Ottimo il livello di interazione che la protagonista può avere con l’ambiente: oltre ad aprire porte e cassetti o raccogliere oggetti per la nostra autodifesa, sarà possibile nascondersi sotto letti, divani o dentro armadi al fine di sfuggire dal nostro aspirante carnefice. Per difenderci, potremmo trovare qualche coltello o simili, oppure degli oggetti da lanciare direttamente in faccia a Felton: il sistema per colpire dalla distanza non è molto immediato, ma non è nemmeno nulla di impossibile da padroneggiare a pieno. Le armi ravvicinate, invece, serviranno qualora Felton dovesse acciuffarci: in quel caso, con una sequenza quicktime event, avremo la possibilità di sfuggirgli conficcandogli qualcosa di appuntito nella spalla. Un peccato che la sequenza animata sia sempre identica e che l’assassino sembri non risentire delle continue coltellate, se non per qualche secondo di defiance, mentre noi finiremo per muoverci sempre più lentamente e con difficoltà ogni volta. Scopo del gioco, sarà quello di riuscire a sciogliere l’intricato mistero senza lasciarci le penne. Remothered appare come una perla del panorama horror come non se ne vedevano da parecchio, pronto a catturarvi per un’esperienza della quale difficilmente ci si potrà dimenticare.

IL COMMENTO

Anche quest’anno, la Games Week è stata inequivocabilmente un successo, come in quelli passati; purtroppo, come quasi da prassi per gli eventi dedicati all’ambiente, tutto sembra essersi fermato a qualche anno fa e il mercato pare non essere in grado di andare avanti. Insomma, vedere che gli eventi più importanti presentati in tre giorni di fiera sono ancora una volta legati a Destiny, Far Cry, Assassin’s Creed o Call of Duty, fa un po’ riflettere sulla direzione intrapresa dal settore da qualche anno a questa parte, probabilmente a causa di un timore nel creare qualcosa di nuovo, dovuto alle incessanti guerre fra le piattaforme di gioco. Idee originali, come visto poco sopra, ce ne sono, ma purtroppo rimangono nascoste nel panorama indie o relegate un po’ ai margini del comparto. Un evento grande e importante come la Games Week, pur mantenendo l’ovvio occhio di riguardo dovuto alle grandi case, avrebbe tutto il potenziale per dare giusto rilievo anche a prodotti di questo tipo, ma non sembra essercene l’intenzione.

L’impressione finale dell’evento, in questo modo, diventa una sorta di copia di quanto visto l’anno precedente, con un sottotitolo diverso.

Emmanuele Vercillo

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