Presentato a Palazzo dei Bruzi il libro di Antonio Monda “Il numero è nulla”

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Il salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi ha ospitato una delle più apprezzate conversazioni finora ascoltate nella rassegna “LibrinComune”, la fortunata iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso e nata da una felice intuizione della consigliera delegata alla cultura Antonietta Cozza. Protagonista di questo nuovo e partecipato appuntamento, introdotto dalla stessa Antonietta Cozza, è stato lo scrittore, giornalista e saggista, Antonio Monda, collaboratore del quotidiano “La Repubblica” e molto legato alla città di Cosenza, anche per le sue origini. Monda ha presentato a Cosenza il suo ultimo libro, “Il numero è nulla”, edito da Mondadori, nono volume di una decalogia dedicata a New York, città che da oltre 30 anni ha eletto a suo luogo di residenza abituale (insegna alla “New York University”), nonostante la sua prolifica attività lo porti in giro per il resto del mondo, facendolo tornare spesso in Italia e, quando è possibile, anche a Cosenza.
A fare gli onori di casa, il Sindaco Franz Caruso che nei suoi saluti istituzionali ha ricordato il successo di “Libri in Comune” “che inorgoglisce la città e che ha consentito a Cosenza di fare il suo ingresso nelle 200 città italiane dove si legge di più”. Un segnale che il primo cittadino ritiene importante e che è in grado di dare un contributo significativo alla promozione della lettura e degli autori, anche di quelli calabresi. “Inoltre – ha aggiunto Franz Caruso – è uno stimolo per i giovani ed un vero e proprio invito a leggere ancora di più. La lettura – ha detto ancora il Sindaco -ha un’importanza decisiva nella formazione dei giovani perché la cultura è fatta anche di buone letture”. Ed ha rimarcato come a Cosenza si stia cercando, “oltre alla promozione della lettura, di mettere in campo un’offerta culturale strutturata in modo tale da far sì che ci sia un ritorno in città dell’interesse per le attività culturali. Di questo disegno fa parte anche il recupero del nostro centro storico sul quale abbiamo puntato ed investito con decisione”. Poi ha rivolto un particolare apprezzamento all’autore de “Il numero è nulla”. “Antonio Monda – ha detto Franz Caruso – è figlio illustre di questa città e cittadino del mondo. Sono felice di accoglierlo nel salone di rappresentanza del Comune che abbiamo aperto e restituito alla città perché è un luogo che appartiene a tutti i cosentini”.

Interessanti i contributi che sono arrivati dall’avvocato Enzo Paolini (l’iniziativa è stata promossa in sinergia con il “Premio Sila ’49”) e dal magistrato Biagio Politano, entrambi appassionati dei libri di Antonio Monda. “Il numero è nulla” evoca le atmosfere tipiche dell’hard boiled mettendo al centro la figura di un killer, conosciuto come il “Vescovo”, un sicario di Cosa nostra, al soldo del celebre boss Bugsy Siegel. Spietato e privo di scrupoli, il killer vivrà una profonda trasformazione grazie all’incontro, del tutto casuale, con una donna che gli cambierà la vita e lo spingerà sulla strada della redenzione. Aprendo la conversazione con Antonio Monda, Enzo Paolini è partito dalla bellissima copertina del libro che ritrae un quadro di Edward Hopper “New York Movie”, dove si staglia la figura di una donna assorta nei pensieri all’ingresso di una sala cinematografica.
E’ Eimhear, la maschera del cinema, di origini irlandesi, che riesce ad amare nonostante l’orrore che prova per l’assassino che ha di fronte. E sarà lei a cambiare il destino del “Vescovo”. Monda e il cinema hanno un legame indissolubile e tutto il libro è percorso da continui rimandi cinematografici. Anche Bugsy Siegel è uscito pari pari dal personaggio impersonato da Warren Beatty nel film “Bugsy”, sul gangster che si costruì un impero a Las Vegas e che Monda indica come punto di contatto tra Hollywood e la criminalità. Lo scrittore ama questo gioco di rimandi alle citazioni cinematografiche. Dovendo scegliere, ad esempio, il nome di uno dei tre fratelli che compaiono nel suo libro, sceglie Martino Cappa che altri non è se non Martin Scorsese perché Cappa è il cognome della madre del celebre regista.
Sul titolo del libro, è Monda stesso a spiegarne la genesi: “è un verso di Bob Dylan “black is the colour, none is the number” dal quale ho preso spunto. Il “Vescovo” per sua scelta vive in questo mondo dove nulla ha alcun senso. Dà la morte quasi persuaso di fare del bene, finché un giorno, per caso, non entra in quel cinema dove incontra quella che sarà la donna della sua vita”. E su questo Enzo Paolini dice ancora la sua: “il killer è redento solo dall’amore per la ragazza che incontra”. E ricorda un verso di “Henna”, la canzone di Lucio Dalla, quando afferma che “è l’amore che ci salverà”. Poi Antonio Monda spiega perché il killer è soprannominato “il Vescovo”. “Perché è figlio di un uomo pio e molto umile che per lui immaginava una carriera ecclesiastica, non da Papa, né da cardinale, ma da vescovo sì, perché era già abbastanza”. Con il decimo libro su New York, Mondadori sta pensando di pubblicare un box che li conterrà tutti, per un totale di 2500 pagine. New York viene colta da Monda nelle sue mille contraddizioni, nella fase in cui sta diventando la capitale del mondo ed è piegata in due dalla grande depressione. “Una città sporca, violenta, perfida, spietata, eppure meravigliosa”.
Dotato di un raffinato sense of humour, il magistrato Biagio Politano ricorda la fitta rete di relazioni culturali che può vantare in tutto il mondo Antonio Monda, con un’agenda zeppa di nomi importanti che richiama alla memoria l’episodio di Massimo Troisi, avvenuto a casa di Pino Daniele, protagonista il giornalista Gianni Minà. Troisi chiese a Minà di poter vedere la sua famosa agenda. Per Biagio Politano “quella di Antonio Monda è un’agenda simile a quella di Minà, e io immagino che alla lettera P, accanto ad Al Pacino, ci siano anche Enzo Paolini e Biagio Politano. In questo caso, però, ci ha smentiti perché ha chiamato noi, che di famoso non abbiamo nulla, per parlare del suo libro. “La cifra del libro – ha aggiunto Politano -è molto giocata sugli opposti. Ci sono pagine di fede e pagine di totale nichilismo. Non si risolve in una chiave di lettura, ma pone molti interrogativi”.
E a proposito dell’opzione per fare del libro di Monda una serie tv, l’avvocato Paolini immagina già a chi affidare il ruolo dei protagonisti, con Joe Pesci nei panni del Vescovo e Gwyneth Paltrow in quelli di Eimhear.
La narrazione avvincente di Monda tiene l’uditorio incollato alla sedia e prosegue con il dichiarato amore verso ogni forma di cultura ebraica cui lo scrittore e regista ha dedicato anche un documentario, una sorta di viaggio, in 4 puntate. Le sue passioni hanno per nome Woody Allen George Gershwin, Saul Bellow e tanti altri ancora. Un ultimo spaccato del racconto di Monda riguarda la boxe, stimolato sempre dalle domande di Enzo Paolini. Ad essere esaltata è l’unicità della boxe, il momento topico che precede l’avvio dell’incontro, quando i pugili al centro del ring si guardano lungamente negli occhi ed è in quel momento, quando si promettono di farsi male, che l’incontro si decide, perché in genere il pugile che riesce a sostenere più a lungo lo sguardo dell’avversario è quello che sull’ultimo gong riesce a spuntarla. Un rituale nel quale Muahammad Alì era geniale ed è per questo che Monda lo considera il più grande di tutti.
Nel prossimo libro, che chiuderà la decalogia mondadoriana, sarà ancora New York al centro della scena perché – parola di Monda – “New York è imprenscindibile”.

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