CATANZARO – Il sottosegretario al ministero della Salute Vito De Filippo ha incontrato questa mattina, nella sede della direzione generale dell’Asp, tutti i manager delle Aziende sanitarie catanzaresi. A fare gli onori di casa il direttore generale dell’Asp, Dott. Gerardo Mancuso, che ha ringraziato il sottosegretario che si è reso disponibile ad ascoltare le problematiche che i manager sanitari affrontano quotidianamente.
“Siamo una Regione sottoposta a piano di rientro – ha esordito il dg Mancuso – abbiamo avuto una serie di indicazioni da parte dei Tavoli ministeriali e dei commissari della sanità, che abbiamo onorato con successo, uno di questi era quello di ridurre la spesa corrente e portare i conti in ordine. Come Asp di Catanzaro siamo partiti da un debito consolidato di circa 280 milioni di euro e viaggiavamo con un disavanzo annuale di circa 69 milioni di euro; in soli 3 anni e mezzo abbiamo portato l’Azienda in attivo di bilancio e abbiamo esercitato un’azione scientifica mirata, cercando di ridurre gli sprechi e gli sperperi. Abbiamo inciso notevolmente su questi capitoli di spesa, ottenendo anche reazioni negative dal mondo esterno. Abbiamo anche pensato di incidere sulla programmazione sanitaria, così come abbiamo posto le basi per la riorganizzazione degli ospedali, abbiamo costruito documenti per la riorganizzazione dei servizi territoriali, ma nonostante una serie di provvedimenti le cose sono state condizionate dalla burocrazia; molte attività che abbiamo messo in campo non si sono in parte realizzate per la burocrazia regionale e per il sistema ridondante delle norme. La stazione unica appaltante non è sufficientemente supportata da personale e ciò non consente di funzionare con celerità raggiungendo obiettivi auspicati dalle Aziende sanitarie. Alcune gare strategiche per la nostra Azienda rimangono al palo, sono ferme da 3 anni e mezzo. La burocrazia per certi aspetti non offre supporto e si caratterizza come controparte del sistema”.
“L’altra questione è il blocco del turnover – ha aggiunto Mancuso – la nostra Regione soffre profondamente del blocco totale del turnover e questo ci ha messo in grandissima difficoltà, perchè molte strutture ospedaliere sono in grave carenza di organico. A fronte di un pensionamento di circa 450 unità, noi abbiamo chiesto 43 unità che servirebbero per fronteggiare l’emergenza. I dipendenti sono avviliti e stanchi, ma fino a oggi non abbiamo avuto dei risultati, anzi registriamo una discriminazione rispetto altre Regioni che nonostante la situazione peggiore della Calabria hanno ottenuto lo sblocco e mi riferisco a Lazio e Campania”.
Altra questione portata all’attenzione del sottosegretario è quella della ricollocazione del personale. “Abbiamo una cattiva distribuzione del personale – ha spiegato Mancuso – e anche le azioni che abbiamo messo in campo in concerto con le forze sindacali sono state insufficiente per risolvere questo problema, perché norme non superate impediscono di fatto una vera ricollocazione, e ciò è particolarmente evidente per il personale non medico. L’azione che abbiamo esercitato fino a oggi è comunque positiva, i risultati sono incoraggianti, ma è necessario imprimere una marcia più alta ed è necessario che i ministeri ci supportino in un’azione particolarmente difficile per la quale siamo certi di consegnare fra qualche anno una sanità diversa, migliore”.
Dal canto suo il sottosegretario De Filippo ha affermato: “Siete in una fase di passaggio importante e delicata, molte delle vicende dipendono dalla programmazione regionale e vivete purtroppo una fase terribilmente complicata, bisogna attendere tutti con responsabilità questa necessaria riorganizzazione dei sistemi sanitari regionali e nazionale, al fine di preservare un sistema universale come quello italiano, producendo innovazione, rendendolo sostenibile, appropriato, rigoroso, equilibrato, perché se saltano troppo i conti, alla fine salta il diritto universale alla salute dei cittadini dell’intero Paese. Anche dove i sistemi sanitari sono in equilibrio, ci sono operazioni in corso di cambiamento, d’innovazione, di ristrutturazione e di riorganizzazione, in una condizione metodica, che sicuramente è più agevole rispetto alla vostra”.
“Voi siate in una condizione molto più complicata – ha aggiunto il sottosegretario – perché al cambiamento che è necessario, dovete aggiungere uno sforzo per il riequilibrio e un controllo anche di un Tavolo che in questi anni si è concentrato su numeri e conti. Ma queste sono questioni che vanno valutate con attenzione perché non sempre i conti della sanità sono facilmente perimetrabili. Questa situazione di rientro e transizione non può comunque durare per sempre, bisogna fare in modo di uscire da questa condizione e voi avete gli strumenti per farlo: innanzitutto si dovrà insediare velocemente una nuova amministrazione regionale, poi con i parlamentari dovremo lavorare per strutturare in maniera più autorevole e più tecnica un commissariamento che deve svolgere funzioni nella libertà tecnico-operativa”.
Poi il sottosegretario ha aggiunto: “Due Aziende ospedaliere nella stessa città non saranno sostenibili per molto tempo, quindi bisognerà lavorare a questa attività di riorganizzazione della sanità catanzarese. Per quanto riguarda lo sblocco del turnover, a fine 2013 c’è stata una normativa che ha consentito alle Regioni in fase di rientro uno sblocco del 15%, e alcune Regioni hanno già avuto questo sblocco, come la Campania, soprattutto per quanto riguarda il sistema di emergenza urgenza. La Calabria non ha avuto lo sblocco del turnover perché il Tavolo Massicci non ha conosciuto ancora a fondo i dati che voi che avete trasferito, altrimenti avrebbe sbloccato il 15% del turnover, che non è molto ma può essere un sollievo”.
Infine la questione sulla Fondazione Campanella: “Non è male pensare a un istituto di ricovero e cura a carattere specialistico per la Fondazione, che porterà il vantaggio di stare in una rete nazionale ed internazionale. Questa è la strada che io percorrerei, anche se dipende molto dalla decisione regionale, puntando a costituire un istituto di cura e ricovero specialistico”.
Infine, l’intervento del dg del “Pugliese-Ciaccio” avv. Elga Rizzo: “Ho ereditato un’azienda che produceva sistematicamente perdite d’esercizio con oscillazioni dai 9 ai 28 milioni di euro. Abbiamo puntato all’equilibrio di bilancio, conseguendo nell’ultimo triennio anche utili d’esercizio. Nello stesso triennio abbiamo finalizzato in investimenti strutturali e tecnologici tutte le risorse statali di cui avevamo disponibilità: 14 milioni di euro in infrastrutture (sono state realizzate o ristrutturate 10 strutture ospedaliere); 26 milioni di euro in nuove tecnologie, tutte funzionanti o in fase di collaudo. Abbiamo insistito sull’appropriatezza clinica e assistenziale rimodulando, secondo le indicazioni nazionali e regionali i diversi setting assistenzali. La carenza di personale è la vera emergenza del momento, se nel breve periodo non interverranno provvedimenti concreti sullo sblocco del turnover, già nella imminente stagione estiva potrebbero essere sospesi alcuni servizi”.