SIBARI (CS) – Sono stati diffusi i risultati di uno studio condotto tra giugno e ottobre dello scorso anno tenuto dalla dott.ssa Assunta Romano alle Terme Sibarite, sui benefici della fangobalneoterapia e dell’idrochinesiterapia nella cura dell’artrosi.
«La fangobalneoterapia – spiega la dott.ssa Romano – costituisce un utile presidio terapeutico per la cura dell’artrosi, una patologia a carattere cronico e prevalentemente degenerativo che presenta un’incidenza particolarmente elevata nelle fasce di età medio avanzate, caratterizzata da alterazioni funzionali e strutturali delle articolazioni».
«Tali alterazioni interessano l’articolazione in toto: cartilagine, osso subcondrale e tessuti molli. ll razionale risiede nelle azioni aspecifiche antinfiammatoria, analgesica, trofica e decontratture delle fangobalnoterapia in grado di alleviare la sintomatologia e le riacutizzazioni, contrastare l’evoluzione clinica e favorire la ripresa funzionale. A questo occorre aggiungere le azioni specifiche delle specie chimiche che caratterizzano il mezzo idrotermale. Studi recenti hanno evidenziato l’efficacia di alcune terapie termali, in particolare l’idropinoterapia e la FBT stessa, nel ridurre lo stress ossidativo. L’azione dei radicali liberi è riconosciuta nella etiologia e nella patogenesi di numerose patologie tra le quali l’artrosi. Inoltre l’efficacia della crenoterapia è in grado, soprattutto in ragione del prorogarsi per diversi mesi dei risultati terapeutici, di ridurre la spesa pubblica e privata relativa alle implicazioni sanitarie e in generale socio-economiche. La localizzazione al ginocchio costituisce una delle più frequenti colpendo il 25-30% della popolazione, in prevalenza femmine intorno ai 50 anni di età, ed è tra le più invalidanti. Scopo del seguente studio è quello di valutare la tollerabilità e l’efficacia “a breve termine” di un ciclo di FBT in associazione o meno a idrochinesiterapia nella gonartrosi. Nel periodo considerato, presso le Terme Sibarite è stata esaminata una popolazione di 31 soggetti di cui 15 (48%) di sesso femminile e 16 (52%) di sesso maschile, di età compresa tra i 42 e gli 80 anni. Il sottogruppo A, costituito da 10 soggetti, è stato sottoposto solo a ciclo fangobalneoterapico composto da 12 applicazioni di fanghi e successivi bagni eseguiti quotidianamente. Ogni sei applicazioni si è effettuato un giorno di riposo per ovviare alla crisi termale. Il sottogruppo B, costituito da 21 soggetti, è stato sottoposto, invece, a terapia FBT seguita da idrochinesiterapia effettuata in una vasca di acqua termale riscaldata ad una temperatura di 32-35 gradi con possibilità di idromassaggio. La vasca è munita di un supporto per il capo e sostegni per favorire il galleggiamento. La durata media del trattamento è di venti minuti. L’effetto antidolorifico e decontratturante dell’acqua calda, unito alla facilità del movimento in acqua e alla riduzione del peso corporeo, rendono la ginnastica in acqua indicata per chi soffre di dolori osteoarticolari. Nel sottogruppo A a fine ciclo curativo si è osservato una percentuale di miglioramento del 53%.Nel sottogruppo B si è evidenziato una percentuale di miglioramento del 68%. Nell’ottica di una gestione multidisciplinare dell’artrosi, scopo del seguente studio è stato quello di valutare i possibili vantaggi derivanti dalla terapia termale da sola e in associazione alla idrochinesiterapia nella gonartrosi».