RENDE (CS) – C’è chi subisce drammaticamente questo periodo difficile di crisi economica, chi si rassegna e si lamenta, chi si arrabbia e punta il dito verso i politici di turno. C’è chi invece prova a capirci qualcosa, a trovare delle risposte e magari delle soluzioni.
Nella ricorrenza del 66° anniversario della morte di Gandhi, l’associazione Sentiero Nonviolento di Cosenza ha organizzato un incontro-dibattito sul tema “Come affrontare la crisi” – Segni di speranza sul sentiero della nonviolenza nel mondo e in Calabria.
Presso la sede dell’ACRIP, nel cuore di Villaggio Europa, si sono ritrovati alcuni rappresentanti di movimenti e organizzazioni che sperimentano quotidianamente attività alternative al modello di economia e di cultura dominante. Attraverso vari interventi o brevi filmati sono state presentate le esperienze della cooperativa Otra vez sul commercio equo e solidale, della cooperativa sociale Dignità del Lavoro sull’educazione alla legalità e al gioco da tavolo Cittadini. La sfida quotidiana della Legalità, dell’economia di comunione con testimonianze di imprenditori che hanno scelto di basare il loro lavoro su valori di solidarietà e collaborazione. È stato raccontato l’impegno del Mo.C.I. nell’ambito del riciclo e del riuso, così come quello dell’Ufficio Missionario Diocesano di far entrare nelle parrocchie la riflessione sugli stili di vita, nonché dei gruppi d’acquisto solidale e del progetto avviato in questi anni di ricostruzione della filiera dal grano al pane.
Elemento comune di tutti gli interventi è stata la necessità di accrescere la consapevolezza del ruolo del singolo all’interno della propria comunità. Se la crisi viene presentata come un fenomeno globale causato dalle scelte politiche e finanziarie di pochi “eletti”, il cittadino non può certo sentirsi esonerato da responsabilità dirette. Ciascuno di noi, nelle scelte e nei gesti di ogni giorno, compie un passo che influenza un cammino più generale.
E a proposito di azioni concrete, nel corso del dibattito è scaturita l’idea di realizzare a Cosenza uno slotmob, ovvero una iniziativa di mobilitazione contro il gioco d’azzardo e di sostegno agli esercizi commerciali che hanno scelto di rinunciare ai proventi delle slot machine. Più che il voto nell’urna – secondo i principi dell’economia solidale – vale oggi il potere dell’acquisto: ogni prodotto (o servizio) che viene comprato porta dentro sé la complessità del processo che lo crea. Di conseguenza ogni scelta di consumo ne comporta una politica, intesa come corresponsabilità nella costruzione della società in cui viviamo.
Occorre aprire gli occhi e prendere coscienza che l’attuale sistema economico di crescita continua non è più sostenibile, da molteplici punti di vista. Occorre ripensare ad un modello di società che riporti al centro la persona e le relazioni, relegando ricchezza e successo ad elementi marginali. È una strada non proprio agevole perché comporta un radicale cambiamento culturale, ma chi ha già intrapreso questo percorso si sente pronto a fare da motore propulsivo e contagioso: far circolare le corrette informazioni, mettere in rete le piccole esperienze sparse sul territorio, dare voce a chi vuole uscire dalla nicchia. E, riprendendo le ormai famose parole di Gandhi, iniziare dal basso e dalle persone che si hanno intorno una rivoluzione nonviolenta per diventare il cambiamento che vogliamo vedere.
Mariacristiana Guglielmelli