Cosenza, baricentro del Mediterraneo come piattaforma di progettazione ambientale

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COSENZA– A Villa Rendano è stato presentato un accordo con il quale una serie di attori – istituzionali e non –  ha proposto “la realizzazione a Cosenza di una piattaforma sperimentale per facilitare la formazione di esperti e la preparazione di capacità progettuali che sappiano utilizzare al meglio le risorse pubbliche, soprattutto i fondi europei, in materia di ambiente e fonti energetiche”. Così in prima battuta ha spiegato il senso dell’iniziativa il partner principale, il Ministero dell’Ambiente, presente con Corrado Clini, Direttore Generale per lo Sviluppo Sostenibile, il clima e l’energia. Prima ancora di entrare nei dettagli tecnici dell’accordo, c’è il dato di fatto, che lo stesso Clini non esita a definire “in assoluta controtendenza rispetto a quanto avviene nel Paese”, di un luogo ristrutturato con fondi privati che viene messo a disposizione del pubblico. Una scelta della quale la Fondazione, attraverso il suo Direttore Generale Francesco Pellegrini, si dichiara assolutamente convinta, parlandone quasi come di un atto dovuto. “A due mesi dall’inaugurazione teniamo fede all’aspettativa – afferma l’avvocato Pellegrini – di dare seguito nell’azione ai contenuti che abbiamo ritenuto di voler valorizzare con questa struttura, in felice sodalizio con partner prestigiosi, che ringrazio, come il Ministero dell’ambiente, il Comune di Cosenza, l’Associazione SAFE”. Come dire, quando si hanno le idee chiare, le cose camminano in fretta. “Non è trascorso molto tempo da quando si è aperto il dialogo con la Fondazione alla concretizzazione dell’iniziativa”, ricorda il Sindaco Mario Occhiuto, che ripercorre l’impegno dell’Amministrazione comunale in materia di sostenibilità ambientale, attraverso l’assessorato guidato da Martina Hauser. “Troppo spesso abbiamo assistito ad una politica dei contenuti slegata da una politica dei luoghi”, è così che il primo cittadino evidenzia la validità di una scelta fatta in una particolare zona della città dove “recuperare questo luogo assume un particolare significato a fronte di emergenze architettoniche importanti che pure esistono in quest’area della città”.
“Il Ministero dell’Ambiente – riprende Corrado Clini – aderisce e si fa promotore di questa iniziativa perché abbiamo bisogno di risorse ed energie nuove per dare risposte ad una situazione che si sta avvitando su se stessa: abbiamo le risorse e non siamo capaci di spenderle. Rilanciamo da Cosenza, allora, creando una piattaforma che serve a generare progetti, a muovere le giovani risorse intellettuali, formando alla capacità di utilizzare le risorsrisorse che ci sono”. Una impostazione non nuova all’Amministrazione Occhiuto che – lo ricorda lo stesso Clini – con l’accordo firmato nel 2011 con il Ministero dell’Ambiente sosteneva un progetto di città orientato allo sviluppo sostenibile che si sta già avvalendo di giovani dell’UniCal impegnati in stage presso l’Assessorato all’Ambiente.
Con l’accordo di oggi questa tendenza si amplifica per divenire un vero e propri incubatore di nuove professionalità. Il partner tecnico è di assolute affidabilità e competenza, trattandosi di SAFE, l’Associazione no profit che da quindici anni è impegnata nella formazione post universitaria in materia di sostenibilità ambientale e fonti energetiche. Il suo Direttore Riccardo Ballesio definisce Cosenza “terreno fertile per questo genere di iniziative. SAFE ha già condotto, infatti, un’analisi ad ampio spettro, tradotta in uno studio corposo che, partendo da Cosenza, si è allargata al bacino del Mediterraneo, europeo e non, del quale il capoluogo bruzio costituisce indiscutibilmente il baricentro”. I presupposti ci sono tutti insomma per sviluppare progettualità su tematiche ambientali che il nostro territorio condivide con altri paesi del Mediterraneo. SAFE è inoltre garante di contatti con imprese internazionali che non di rado attingono alle professionalità emergenti dai Master che l’associazione organizza. Emerge in modo spontaneo il ruolo dell’Università della Calabria che ha un importante trés d’union con la Fondazione, dove ricopre il ruolo di Direttore Scientifico, nel professore Giuseppe Chidichimo. Convinto del punto di forza che viene dall’approcciare la materia da una prospettiva ampia, frutto delle differenti esperienze e punti di vista  di cui sono portatori i partner dell’iniziativa, Chidichimo si affida alla metafora letteraria riprendendo la storia del tenente Drogo nel Deserto dei Tartari, per raccontare dello ‘scontro’ con certe realtà di chi nutre ambizioni ed aspettative. “Oggi per me è come se la Fondazione stesse preparando una guerra. Con una grande novità per questa terra che è la volontà di trattenere i cervelli”.
A margine annunciamo l’uscita del bel volume sulla ristrutturazione della dimora ottocentesca, edito da Pellegrini Editore, di prossima presentazione a Roma e, ovviamente, a Villa Rendano.

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