COSENZA – La pioggia diventa solo un dettaglio fastidioso ma irrilevante quando il desiderio di creare quell’unione che trascende ogni singolarità diventa l’espressione più alta di tutte le anime che incarnate in corpi pensanti hanno deciso di muoversi al pulsare di un unico grande cuore.
Questo è successo ieri in una traversa di Piazza 11 settembre, sotto il gazebo di un locale, in occasione della giornata dell’8 marzo in un’iniziativa promossa dal centro antiviolenza Roberta Lanzino che per celebrare la donna ha organizzato un grande ballo collettivo, la Ciranda.
Una danza sacra brasiliana, in italiano significa girotondo, che rimanda al cerchio e conduce al superamento di ogni frammentazione per diventare parte del ritmo che governa l’universo, per riconoscersi uguali, nei respiri, negli sguardi che restitituiscono speranza.
A coreografare tutti coloro che temerari hanno sfidato le avverse condizioni metereologiche, è stata una collaboratrice del centro, Lindara NobreCosta una giovane donna brasiliana che ha spiegato il significato profondo di una danza che inizia tenendosi per mano e prosegue battendo i piedi, muovendosi in modo circolare, una forma di ringraziamento, di celebrazione che segna una fase di passaggio e quindi di nuova vita, di rinascita, ma diventa anche un ballo di protesta in difesa dei diritti delle donne, contro il femminicidio, contro la sottovalutazione di un’emergenza drammatica da parte delle istituzioni che invece di sostenere i presidi di accoglienza preferiscono abbandonarli a un destino di solitaria disperazione.
Non è quindi un festeggiare, ma un’occasione per mostrare ancora una volta la solidarietà nei confronti delle donne uccise, delle donne che ancora non hanno trovato la forza di liberarsi, delle donne che stanno riscaldando la voce per non tacere più.
Alla fine del girotondo viene ricordato Fabrizio Pioli, il giovane elettrauto di Gioia Tauro vittima di un delitto d’onore, sotterrato nelle campagne di Rosarno solo per essersi innamorato di una donna già sposata, perché in questa terra è consuetudine ancora assai diffusa quella di essere uccisi per un amore sbagliato.
Nella lotta contro la violenza l’unico modo per salvarsi è recuperare il vero senso della parola insieme e ieri nell’assaporare l’esistenza dell’altro tutto è diventato parola, ascolto e battito.
Gaia Santolla