REGGIO CALABRIA – Si è svolta sabato 22 novembre presso la sala Convegni del palazzo storico della Provincia di Reggio Calabria la presentazione del libro “Voglio la Mamma”, organizzata dal Movimento dei Cristiano Riformisti con la presenza dell’autore Mario Adinolfi. L’evento si inserisce in un tour nazionale che l’autore da quasi un anno sta tenendo in tutta Italia raccogliendo molto entusiasmo da una parte, e dure contestazioni dall’altra.
Mario Adinolfi è un giornalista e scrittore da sempre impegnato in politica tanto da essere fra i co fondatori del Partito Democratico che però lo scorso anno abbandona per divergenze sui temi etici e da inizio alla sua battaglia attraverso la pubblicazione e la diffusione del suo libro “Voglio la Mamma”.
Nel suo intervento Adinolfi inizia subito con gran forza dichiarando che “quello di cui discuteremo stasera è la verità: c’è qualcuno che non è nato da una mamma e da un papà? Ovunque io vado la risposta che sento è NO, e questa è la verità per cui ci battiamo”. Infatti nelle pagine del libro viene continuamente richiamata la figura della mamma “perché – ci dice Adinolfi – è una persona non eliminabile. E se il fatto che tutti nasciamo da una mamma diventa opinabile, se passa questa cosa evidentemente falsa, allora crolla tutto l’edificio che è la società stessa”. “Se antropologicamente accettiamo che le persone sono cose – continua l’autore – allora è l’inferno, perché se le persone sono prodotti allora sono anche eliminabili, soprattutto se difettati. Se le persone sono cose allora il percorso è quello di eliminare il prodotto fallato, e tutti possiamo essere fallati”.
Mario Adinolfi è un fiume in piena e continua spiegando che “questo libro è nato per far riconoscere i soggetti veramente deboli e che hanno bisogno della tutela del diritto, e chi è il vero debole fra una persona ricca che vuole comprare un figlio tramite la pratica dell’utero in affitto ed il bambino? Non ci sono dubbi su chi sia il soggetto debole e da tutelare: il bambino”. È una critica dura quella di Mario Adinolfi quella che fa a quelli che definisce “i falsi miti del progresso”, a partire dal riconoscimento dei matrimoni alle coppie omosessuali, passando per l’eutanasia e l’utero in affitto. E su queste tematiche Adinolfi chiama i reggini a battagliare perché dice “da una parte c’è un popolo e dall’altra c’è un piccolo club. Da un lato c’è un popolo che deve diventare consapevole e combattere, perché la verità è che queste cose non stanno nel cuore degli italiani”. E continua concludendo raccontandoci che “Voglio la mamma è stato scritto quando la proposta di legge Scalfarotto è stata approvata alla Camera, ma da quel giorno in poi non sono riusciti ad approvarla anche al Senato e farla diventare definitivamente una legge. Questo perché stiamo cominciando ad alzarci, ci stiamo svegliando. Ma dobbiamo batterci ancora e con maggior forza perché le persone non sono cose, i figli non si comprano, gli utero non si affittano gli scarti non si eliminano.”