Psicoterapia e musicoterapia per aiutare le vittime di violenza

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COSENZA – Di fronte a un pubblico attento e numeroso è stato presentato ieri venerdì 19 ottobre sul terrazzo Pellegrini il libro Giro armonico di Re-lazione scritto a due mani dalla musicoterapeuta Caterina Filardo e dalla psicologa Francesca Zinna.

Un libro, una storia vera che racconta di Ilie una donna vittima di uno stupro che lentamente subisce le drammatiche conseguenze di ciò che le è accaduto, fino a negare se stessa e tutto il mondo circostante, ma che decide di chiedere aiuto rivolgendosi al Centro Lanzino.
Avviando un percorso terapeutico che unisce la psicoterapia e la musicoterapia le due scrittrici credono fortemente in una migliore elaborazione del conflitto rendendolo generativo e non più distruttivo. Interagire con la parola ma anche con i suoni, un esperimento che integra due conoscenze, diversi approcci ma con un unico fine che è la cura.
La psicoterapia e la musicoterapia lavorano contemporaneamente sulla razionalità e sull’emozionalità del dramma, la prima attraverso le parole da un contenuto e un significato che di per sé rappresenta già la risoluzione del problema, la seconda attraverso i suoni riporta i corpi in vita.

La presentazione del volume è stata anche e soprattutto un’occasione per ritornare sulla questione femminile che poi diventa una questione collettiva se si pensa che grava su tutta la società. Le donne si laureano più e meglio degli uomini ma lavorano meno, guadagnano meno e pur essendo più creative e preparate, poche ricoprono un ruolo di elevata responsabilità.
Ma cosa ancora più grave è che le donne continuano a essere le principali vittime di violenza di ogni genere domestica, psicologica, sessuale, le donne sono dei complicatissimi mondi fragili ma così potenti nella loro fierezza d’essere, mondi che gli uomini continuano a distruggere usando la loro feroce sopraffazione solo per ottenerne il totale controllo.
Ma fermare tutto questo si può, procedendo per piccoli passi, il primo è non tacere, non sottovalutare, non sminuire, non sentirsi responsabili, perché nessun atteggiamento spiega o giustifica una violenza che non rispetta il desiderio o il consenso di una donna.
Il secondo passo è chiedere un aiuto terapeutico per superare il conflitto, perché il problema che un tempo era solo tuo diventa un problema di tutti, da condividere per trarne la forza necessaria per svegliarsi definitivamente dall’incubo e ritornare di nuovo a vivere.

Gaia Santolla

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