COSENZA – Non c’è ricordo senza conoscenza – scrive Saul Friedlander. Non può esserci comprensione senza conoscenza, aggiungiamo noi. E la scelta fatta dall’assessore alla formazione della coscienza civica Marina Machì, sposando l’impostazione dell’Associazione Nazionale Interculturale Mediterreanea presieduta da Cinzia Falcone, per una riflessione sulla Shoah, è andata proprio in questa direzione, tanto da farci parlare di una Giornata della Conoscenza più che della Memoria. Un percorso condiviso anche da chi, come il professore Alfredo Eisenberg, il ricordo ce l’ha eccome. Però, paradossalmente, e fortunatamente, lascia che la riflessione sull’essere ebreo prevalga sulle motivazioni che portarono all’eccidio di quella popolazione. Di fronte ad una platea, composta dagli studenti delle dodici scuole superiori che hanno aderito alla prima edizione del concorso “I Giovani e la Shoah” producendo un elaborato sul tema, il fisico ebreo fa una sola fondamentale concessione alla storia quando afferma che “fino al 1938 non c’era alcun progetto di sterminio degli ebrei, semmai di segregazione. I tedeschi non avevano intenzione di eliminarci ma avevano il problema di evitare la contaminazione”. Precisa ancora Eisenberg, questa volta leggendo, “«la purezza della razza presuppone l’eliminazione di ogni inquinamento…da raggiungere in forma totalitaria e senza tentennamenti».
È con dolore che ho dovuto prendere atto che questo documento è dell’organo ufficiale del Partito Nazionale Fascista. Alla faccia di chi ha detto che gli italiani sono stati costretti”. Alla luce di queste considerazioni, si comprende bene perché Eisenberg, come Moni Ovadia nel filmato trasmesso in apertura di manifestazione, alla domanda ‘cos’è un ebreo?’
risponda ‘Boh!’. “La connotazione religiosa non può etichettare un popolo in maniera secca – è il messaggio del fisico ai giovani. Diffidate da chi ha verità secche. Siamo i testimoni di un monoteismo che ci insegna a «guardare il cielo e non odiare mai»”. Ed alle sollecitazioni degli studenti sulla indifferenza del popolo tedesco di fronte a quanto stava accadendo, che suona ancora oggi come un forte atto di accusa, Eisenberg risponde con l’episodio che nel 1955 vide il padre regalargli un passaporto, per il compimento della sua maggiore età (14 anni per gli ebrei), e spedirlo da solo in Germania, “uno scambio tra studenti – racconta – che mi portò per due mesi in casa di una coetanea tedesca. Alla partenza mio padre mi disse «ricordati che sono esseri umani». Scoprì che il padre di quella ragazza, che non sedette mai a tavola con noi, era stato un SS ma apprezzai che avesse accettato di ospitarmi e ne ho un buon ricordo. Non riesco ad avercela con gli antisemiti. Sono le culture dominanti a creare disastri”.
Privata di un sentimento celebrativo fine a se stesso, la giornata vissuta alla Città dei Ragazzi rafforza il messaggio di proiezione verso il futuro assegnato alla Giornata della Memoria nel 2000, anno della sua istituzione, «perché non abbia più ad accadere». “Rispettando questo obiettivo – afferma Marina Machì – abbiamo condiviso con l’Animed un percorso di riflessione sul filo conduttore della conoscenza. Su questioni così delicate – continua – il pericolo di cadere nella retorica è sempre in agguato. Eisenberg ci ha indicato una strada, che è la conoscenza, chiedendoci di non appiattirci sulle posizioni degli altri”.
“L’identità ebraica non si può definire”. L’assessore Machì abbraccia l’idea dinamica di identità che appartiene al filosofo di origine ebraica Jacques Derrida. “L’identità non è qualcosa di fisso, ma si definisce solo sulla base dell’alterità – afferma. Non c’è un se stesso se non c’è un altro. Ed il nostro intento è proprio quello di tenere vive le differenze”.
Al termine, la premiazione del migliore elaborato preceduta da un ringraziamento della presidente dell’Animed Cinzia Falcone. Impegno, spirito critico, emotività: questi tre elementi di valutazione hanno trovato un miglior amalgama nei lavori prodotti dal Liceo Classico Telesio, Liceo Scientifico Scorza, Liceo Lucrezia della Valle e ITC Pezzullo, per i quali è stato dunque decretato un ex aequo. Menzione speciale al Liceo Artistico che ha rappresentato creativamente la Shoah, “dando colore al dolore, traducendo le emozioni in forma”.
Tutte le scuole partecipanti: Licei Scientifici Statali “Fermi” e “Scorza”, il Liceo Classico “B. Telesio”, il Liceo Artistico Statale, il Liceo Statale “Lucrezia della Valle”, gli Istituti Tecnici e per Geometri “S. Quasimodo” e “A. Serra”, l’ITAS “Nitti”, l’Istituto per i Servizi Sociali “Leonardo da Vinci”, l’Istituto Tecnico Industriale “Monaco”, l’IPSIA “G. Marconi e l’ITC “Pezzullo”.