“Taglia le ali alle armi!” è una campagna contro l’acquisto dei cacciabombardieri F-35, attiva in Italia dal 2009. La Rete Italiana per il disarmo, insieme al Tavolo della Pace e a Sbilanciamoci!, documenta da anni la scarsa utilità della spesa sostenuta dal governo italiano per questi aerei d’attacco. Un appello che ha raccolto già migliaia di firme sia on line sia tramite banchetti nelle piazze.
Un tema che è tornato alla ribalta delle cronache in seguito alle più recenti dichiarazione del ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, circa la possibile riduzione del numero di esemplari di questi velivoli.
In un periodo di crisi e di richiesta di sacrifici ai cittadini, quale quello che sta attraversando il nostro paese, la spesa prevista da affrontare appare quanto mai eccessiva. Il programma è costato finora 2,7 miliardi di euro e – secondo le stime ufficiali degli organizzatori della campagna – ne costerà almeno altri 10 in caso di acquisto dei 90 velivoli, come dichiarato dallo stesso ministro. Da sottolineare che il prezzo unitario degli elementi si alza proporzionalmente secondo l’azienda produttrice. Senza contare il mantenimento successivo di tali velivoli.
Una scelta che tocca la tasche di tutti i cittadini e quindi richiede una presa di coscienza collettiva ed una mobilitazione decisa. Dal 18 febbraio è possibile raccogliere le firme per sostenere e ribadire questa richiesta anche a Cosenza. Fino ad oggi sono stati più di 200 i cosentini che hanno aderito all’appello, che si sono sentiti toccati in prima persona da questa scelta.
Così l’esperienza si ripete in occasione della giornata di mobilitazione che coinvolge decine di città in tutta la penisola. Due gli appuntamenti che si concentrano sabato 25 febbraio: dalle 10 alle 13 presso i capannoni del Parco Sociale (ex officine ferroviarie FdC) e dalle 17 alle 19 in Piazza XI settembre.
Una campagna che non punta solo il dito verso il governo e le sue scelte ma che, soprattutto, suggerisce alternative. Con la spesa prevista per l’acquisto degli F-35 infatti, secondo gli organizzatori della campagna, si potrebbero realizzare opere di maggiore utilità sociale: la creazione di 4.500 nuovi asili comunali, la messa in sicurezza di 10mila scuole, l’avvio al servizio civile 45mila giovani, la predisposizione di servizi e aiuti a 80mila famiglie che devono assistere disabili o anziani non autosufficienti, la costruzione di 350 nuovi treni. Sono solo esempi che includono le vere emergenze espresse dai cittadini italiani, le reali necessità che essi si trovano ad affrontare quotidianamente.
Una firma che è una richiesta di maggiore attenzione al sociale e agli aspetti della vita di ogni cittadino, un’istanza per una migliore distribuzione delle risorse.
Mariacristiana Guglielmelli