Abbiamo intervistato, il mediatore familiare, dottoressa Cristina Ciambrone, vice consigliere regionale Aimef (mediatori familiari italiani). La Ciambrone è di Cerisano, Cs, dove esercita la sua professione presso la Parrocchia e la Casa Comunale, tenendo aperto uno sportello per le famiglie, che hanno difficoltà nelle cause di separazione e per sostenere la problematica nel trovare dialogo tra coniugi. Mancato dialogo di cui spesso sappiano essere poi i figli, i maggiori raccogli boomerang, lanciato dalle parti nel fuoco incrociato delle divergenze, più o meno volute o subite. Tanti convegni tenuti nella provincia di Cosenza e nelle altre province calabresi, tante le persone esperte del settore sedutesi con lei a spiegare che cosa è il conflitto familiare, cause e conseguenze, la mediazione e le soluzioni, là dove possibile dei conflitti.
Dottoressa Ciambrone, un anno di lavoro fruttuoso, ma anche di non poche difficoltà nel far capire alla gente la grande importanza di rivolgersi a un mediatore familiare. Confluito il tutto nel Congresso nazionale di Roma dove si sono portati, se ve ne sono stati, i risultati di questo lavoro.
Che cosa ci può dire al riguardo?
Il Congresso nazionale dell’Aimef si è tenuto nello scorso mese di Giugno, la dottoressa Frassetti ed io abbiamo rappresentato la Calabria. Un Congresso dedicato a quest’importante settore, che è composto da professionisti sotto l’egida Aimef, che ha come principale scopo proprio la tutela della professione, della figura professionale che la svolge, favorire l’esercizio della stessa. Il Congresso ha rappresentato un momento importante di confronto con le altre Regioni, su ciò che stiamo facendo nel territorio Calabrese e in particolare nel territorio del Cosentino.
Sportelli di mediazione familiare nelle strutture Istituzionali. Funzionano?
Al momento ho avuto la possibilità di gestire uno sportello nella mia cittadina, Cerisano ma ho anche uno studio di mediazione familiare presso Montalto Uffugo, sempre nel Cosentino ed ho la possibilità di argomentare anche attraverso i media come “Con-fliggere senza Sconfiggere, l’arte della mediazione familiare” presso una tv digitale calabrese e informo anche attraverso il blog “la Katarsi” (Catarsi). Funziona, ma siamo ancora all’inizio.
La Catarsi nella mediazione familiare, come si attua?
La Catarsi è un atto di purificazione, che invita una parte ad avvertire il vissuto dell’altro durante l’ascolto e che è usata anche in psicologia, è questa la parte teorica del processo catartico, dopo c’è il momento del confronto, fino all’atto ultimo della purificazione, che consiste nell’accoglienza della sofferenza dell’altro, a determinarne la liberazione dell’individuo ansioso, mediante l’esposizione del proprio vissuto, così da culminare nel vero e proprio momento liberatorio.
“Ritessere l’emozioni costruttive con la mediazione familiare. Aiuto alla coppia e alla famiglia in crisi”. Il titolo dei suoi convegni. Che argomenti si sviscerano in questi incontri?
Sono onvegni con i quali abbiamo cercato di mettere in relazione il territorio, da Cosenza a Amantea fino a Isola Capo Rizzuto, passando anche per Cerisano con incontri simili. Cercando relazioni con quelle realtà, che mettono in organico tutti quegli ambiti in cui è possibile operare, dalla criminologia all’assistente sociale, fino all’Osservatorio dei diritti dei minori, abbiamo avuto anche ospite Antonio Marziale, che mi ha offerto la possibilità di poter argomentare anche nel blog nazionale dell’Osservatorio dedicato ai minori.
Lo scopo dei convegni è di aprire alla mediazione familiare?
Dare informazioni utili ad operatori e utenti. La mediazione familiare è uno spazio d’incontro in un ambiente neutrale, nel rispetto del quadro legale esistente, a facilitare una separazione là dove si rende necessaria e mediare appunto nella sollecitazione data dalla richiesta delle parti e necessaria per la comunicazione tra le parti, interrotta proprio dal conflitto. Il suo obiettivo è di riorganizzare le relazioni familiari. Tutto ciò è supportato da una serie d’incontri, in genere dieci/dodici incontri, cui si accede per libera volontà e concorso partecipato delle parti in conflitto e cui si articola anche il diritto di interruzione delle sedute. Il progetto è di portare le parti a elaborare un iter comune per quanto riguarda i minori presenti nel nucleo familiare e i loro bisogni. Il mediatore familiare, come ogni professionista, che svolge questa materia, è tenuto al silenzio professionale.
Nei convegni è presente la figura del Criminologo. Perché si rende necessario e per quali motivi può riguardare la famiglia?
Il criminologo è presente, poiché in grado di spiegare il rischio della devianza, che può scaturire nella mancata mediazione tra le parti e che porta spesso a una spiccata violenza di genere. Inoltre può aiutarci a capire come la mancata educazione affettiva può portare violenza anche nella prole e di come le maggiori agenzie educative debbano far fronte al problema e sono la Famiglia e la Scuola. La Scuola ha una grande importanza e ruolo fondamentale, fin dall’infanzia, nella funzione dell’educare ai sentimenti.
Cristina Ciambrone è delegata anche della Scuola di Poesia del Cavalier Bortolazzi, preposto al Nobel. In molti suoi convegni troviamo il partenariato di quest’UMP (unione mondiale dei poeti). Ma come può la poesia educare al sentimento?
Nei convegni, su richiesta di questa scuola, ho inserito qualche poeta, e insignita di questa delega. La poesia la possiamo collegare al discorso dell’educazione al sentimento. Attraverso essa si possono esprimere emozioni importanti e valorizzare i propri pensieri. Il ragazzo, che si avvicina a essa, può far emergere il proprio pensiero, renderlo libero e catartico e far emergere una situazione di disagio, anche taciuta nel conflitto familiare.
Lucia De Cicco