COSENZA – Il progetto “Ultimo Brindisi” parte nel febbraio 2014, finalizzato alla sensibilizzazione dei giovani al problema della lotta contro la violenza sulle donne.
Il progetto ha previsto la produzione e la diffusione in ambito scolastico e non solo di un reading letterario basato su racconti elaborati su testimonianze vere, e di uno spettacolo prodotto dalla Compagnia La Barraca esito di un laboratorio con un gruppo di donne di età eterogenea che da anni seguono i laboratori e che hanno scelto di abbracciare il progetto.
Il femminicidio viene liquidato come un fatto di cronaca, etichettato come se fosse un problema esclusivamente delle donne, del movimento femminista. Come spiegare, invece, che si tratta di una questione politica? Questo è un paese talmente arretrato che pensa di essere un paese libero senza aver mai affrontato veramente la questione femminile . Le ultime conquiste si sono ottenute grazie alle donne che hanno cambiato la faccia di questo paese: divorzio, interruzione di gravidanza. Poi stop. Non c’è stato più niente e gli uomini hanno ripreso il potere e non lo lasceranno mai se non si fanno politiche attive. Da questa riflessione è nata quindi l’urgenza di poter dare uno sguardo altro su questo terribile problema politico e culturale
Il reading è rivolto alla fascia delle giovani generazioni mirando ad una prevenzione del problema laddove il problema ancora non si è creato, uno degli scopi è infatti, quello di incentivare la cultura delle pari opportunità tra le giovani generazioni. La violenza contro le donne non è un fatto privato, è una condizione che investe tutta la società. Esistono donne ancora prigioniere della discriminazione storica e familiare e la lotta parte e continua proprio dalla sensibilizzazione delle nuove generazioni e nulla più del teatro siamo convinti possa farlo. Scopo del reading sarà quello di favorire le riflessioni dei giovani, sul motivo, se c’è, di come in un’epoca di donne intelligenti ed emancipate, donne che, “potrebbero aspirare a fare l’astronauta e non la moglie, che non avrebbero bisogno dei soldi e della tutela di nessuno”, queste stesse donne sono disposte a sopportare, senza ribellarsi la violenza maschile.
Le donne di cui vogliamo parlare e a cui il progetto vuole rivolgersi e dare voce, sono quelle che lavorano tutto il giorno e riescono contemporaneamente ad essere mogli, madri e donne delle pulizie, in un meccanismo così radicato nella nostra cultura da essere per quasi tutti normale. Ma sono anche le straniere, le prostitute, le ragazzine adolescenti ……
Così come scrive Concita De Gregorio in un suo articolo, siamo convinti, infatti, che non sono le pene più o meno severe che possono fermare le intenzioni o le mani di chi commette un’azione del genere ma è quella che può definirsi una educazione sentimentale, l’educazione e l’attenzione ai sentimenti che si riceve fin da piccoli giorno per giorno in famiglia, a scuola, nelle case degli amici che si frequentano. Le parole e i gesti che vediamo e sentiamo per decenni intorno a noi, dai padri e dalle madri, nella vita e in televisione, è lo sguardo degli altri sul nostro.
Che non ci sia solo, come spesso accade, qualcuno al commissariato che ti dice “Signora, torni a casa … in fondo non è successo niente”. Per realizzare questo ci vuole la consapevolezza che si tratta di una priorità assoluta: culturale, non giudiziaria.