VIBO VALENTIA – Si è svolta lo scorso venerdì a Vibo Valentia l’ormai tradizionale cena sociale dell’associazione “L’isola che non c’è”. Come ogni terzo venerdì del mese, i locali di via san Domenico Savio hanno accolto vecchi iscritti e nuovi arrivati per dare vita all’ennesima serata di socializzazione e divertimento, all’insegna dell’integrazione tra – e con – i diversamente abili.
Dopo un allegro concerto in cui si sono susseguite esibizioni di karaoke e cori, si è passati al buffet – previo un piccolo contributo, devoluto alla crescita e al mantenimento dell’associazione – per poi tornare ancora alla musica e al ballo. Numerosi i partecipanti, tanta la voglia di stare insieme e di starci bene.
Dal novembre del 2012 l’associazione, presieduta da Titti Marzano, promuove lo sviluppo sociale del vibonese organizzando laboratori e lezioni per tutti i diversabili che vogliano prendervi parte: disegno, pittura, canto sono alcuni esempi delle tante attività che si svolgono nell’associazione. “L’isola che non c’è” è aperta a tutti, e incoraggia la partecipazione a trecentosessanta gradi: che si tratti di cene sociali, di preparazione di musical o di semplici serate passate a cantare insieme, l’associazione spinge affinché si partecipi in tanti e perché si partecipi con coinvolgimento.
In un contesto sociale complesso com’è quello del vibonese, lo slancio di tutti i partecipanti all’associazione è uno sprone a contribuire alla crescita e alla solidarietà, nonché a riflettere sulle proprie possibilità all’interno di una comunità. Del resto uno dei motti de “L’isola che non c’è” è : «Il collante: l’amicizia. Il patrimonio: le idee e le abilità. Il sogno: quell’isola in cui l’indifferenza, le divisioni, l’inoperosità non esistono», una proposta che ogni individuo in una società sana terrebbe ben presente.
Francesco Corigliano