LOCRI (RC) – A Locri non si placa l’entusiasmo per la meritata promozione in Serie D. Come ci confida lei stessa, il telefono della presidente Antonella Modafferi, prima tifosa della squadra, continua a squillare. «Non mi sono arrivati tanti messaggi neanche per la maternità. Ho ricevuto gli auguri da altri presidenti, da ex calciatori del Locri. E’ uno spettacolo, sono tutti contenti».
Il Locri unisce
Già, perchè dietro ogni successo sportivo è la condivisione collettiva il risvolto più bello. «Il Locri unisce? Certo, lo sport non è solo una partita di calcio. E’ aggregazione, socialità, è tutto. Un intero paese che si unisce per una passione comune. E chi lo sà, magari in futuro si potrà pensare di fare una bella squadra della Locride per calcare palcoscenici ancora più importanti, però prima si dovrebbero superare alcuni campanilismi…».
Il Locri e Scorrano
Di certo questo Locri ha unito migliaia di tifosi e ancora una volta si è unito al nome di Umberto Scorrano. Questo lo sa e lo sottolinea con piacere anche la presidente Modafferi. «Nell’88 lui era un under, nel ’95 era il capitano e ora nel 2018 sta vincendo da mister – ricorda la presidente – Ha fatto una bella carriera nel Locri. Se rimane? Perché no. Fosse per me lo farei firmare anche oggi ma non posso dirlo perché non sono io a fare programmazione su tecnici e giocatori. Sono scelte che non dipendono solo da me.
Locri ammazza campionato?
Intanto la squadra amaranto si gode il presente e il presente dice promozione in Serie D dopo 16 anni e con quattro giornate d’anticipo, miglior attacco e miglior difesa del campionato. «Quest’anno si pensava che non ci potesse essere la squadra ammazza campionato – analizza Modafferi -. Si pensava pure ad una concorrenza molto soft tra tante squadre. Poi però ci sono state alcune sorprese e delusioni, tipo l’Amantea che si pensava potesse fare un buon campionato e il Castrovillari che ha cominciato a dimostrare il suo valore in ritardo e si è rifatto soltanto nella seconda parte di campionato. Per noi di certo è stato un bel traguardo, raggiunto con tanta fatica e la cosa fa onore a tutto il paese».
Capitolo ringraziamenti
«Dedico la vittoria a mio marito e ai miei figli – prosegue la presidente amaranto – perché se non mi hanno buttato di casa ora non lo faranno più (ride). Davvero quest’anno ho dedicato molto tempo al calcio, tralasciando cose forse piu importanti, però l’ho fatto con il cuore e tanta passione. I miei familiari l’hanno capito e mi sono stati vicini. Ringrazio tutti, soprattutto le persone che nessuno ringrazia mai. A cominciare dal pensionato che quando abbiamo avuto delle multe ci ha dato 20 euro, o il bambino che è venuto alla giornata amaranto al contrario con le monetine per comprare la tessera del tifoso per potersi considerare tale a ttti gli effetti. Ci sono davvero tante persone da ringraziare dietro questa presidente che è sempre prezzemolo in ogni minestra».
Rischiare per il bene di tutti
La semplicità del tifo che trasmette questa presidente tutto brio – un po’ Rosella Sensi, un po’ Alona Barkat – è disarmante. Lei, che nel suo cuore da tifosa ha spazio anche per la Roma, a fine intervista lancia un bel messaggio sociale. «Poco a poco la gente si è resa conto che non ho altri scopi, non sono una persona di calcio, sono principalmente una tifosa e sono davvero spinta dalla passione e dalla voglia di risorgere di questo paese. Io e mio marito 30 anni fa abbiamo preferito rischiare, anche di fare un buco nell’acqua, aprendo un’attività qui piuttosto che altrove, pur di rimanere nel nostro paese. Ed è forse l’attaccamento a questa città che ci ha portati ad avvicinarci a questa squadra. Cosa che tanti non capiscono e preferiscono andarsene piuttosto che provarci e rischiare per il bene della collettività».