Nella conferenza di fine partita, Cappellacci e De Angelis, il Mister ed il match winner, si presentano con un sorriso a trentadue denti. Posto che il bomber è di un’allegria latente, laddove sia invece difficile veder ridere il Talebano (parlando ovviamente del mondo calcistico), la faccia dei due esprime allegrezza e felicità per un traguardo quasi raggiunto, al quale mancano solo novanta minuti.
D: Mister, l’impressione data oggi dal Cosenza è quella di una squadra molto formica e poco cicala, nel senso di attenta più alla sostanza che al bel gioco. Però, nonostante un secondo tempo non bellissimo, tre punti e via.
R: Guarda, parlare di impressioni è sempre sbagliato. Impressione è un termine che io non considero, perché rivedendo la partita più volte si hanno più impressioni differenti. Io credo che abbiamo giocato un’ottima sfida, specialmente nella prima frazione. Poi, certo, un calo fisico è normale, ma tre punti ora sono davvero preziosi per la nostra condizione psico – fisica: eravamo reduci da un punto in tre partite, abbiamo fatto una vittoria che, in questo campionato “anomalo”, ci permette di tornare in testa.
D: Gianluca, il Mister ti ha messo alto a sinistra, una posizione un po’ atipica, almeno qui a Cosenza, però nel saltare l’uomo, nell’accentrarti sei sembrato più una seconda punta che un’ala.
R: Ma si, anche perché io fondamentalmente nasco seconda punta, non prima. Poi ho giocato un po’ in tutte le posizioni, tranne esterno alto a destra ché sono davvero scarso (ride, ndr). No, a parte tutto, io non credevo neanche di dover giocare, invece il Mister stamattina mi ha detto che avrei giocato, e sono rimasto pure novanta minuti in campo. Credo di aver fatto bene, che poi è la cosa principale.
Si chiude qui un’altra giornata rossoblu, finalmente felice dopo le gioie del centenario, finalmente dorata. Ora manca un ultimo sforzo, che forse neanche sforzo si può chiamare. Andiamo, Lupi, verso l’ultimo traguardo.
Francesco La Luna