(C)Sala Stampa – A caldo ma non troppo: Guarascio, Cappellacci, Mannini e Criaco

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Pienone oggi in Sala Stampa per l’occasione del Centenario: si presentano, sotto le nostre grinfie, Mister Cappellacci – e questa tutto è meno che una n0vità, il Presidente Guarascio ed i due match winner, Marco Criaco e Federico Mannini. Per primi arrivano all’interrogazione i più anziani, con il Presidente visibilmente emozionato per la ricorrenza ed il Mister che, a fine partita, si è lasciato andare ad un’alzata di braccia e ad un sorriso a trentadue denti estremamente liberatori. La domanda è, ovviamente, sul pubblico, vero protagonista della partita.

D: Presidente, nel corso di tutta la stagione si è più volte impegnato a ribadire l’importanza del pubblico. Oggi sembra che la città abbia finalmente risposto in maniera positiva. 

R: Si, ne siamo orgogliosi. Sicuramente la giornata di oggi ci lascia estremamente soddisfatti, in termini di presenze ma anche di iniziative: erano millecinquecento i bambini presenti allo stadio, e credo sia stata una cosa bellissima. Certo, in vista della promozione credo si possa continuare a lavorare da questo punto di vista, ma spero che quella di oggi sia stata la scintilla per iniziare un nuovo cammino con il pubblico di fede rossoblu.

D: Mister, a suo parere il pubblico ha spinto la squadra alla vittoria?

R: Beh, indubbiamente, lo spettacolo di oggi è stato veramente meraviglioso. Spero anche io, come il Presidente, che questo sia solo l’inizio. Certo so che tutte le partite non saranno così, però magari iniziare ad aumentare, arrivare a tremila/quattromila presenze, che per Cosenza resta comunque una cifra irrisoria, sarebbe importantissimo.

Congedatisi Capp e Presidente, ecco arrivare i due goleador di giornata: Criaco e Mannini. Per loro, le domande sono un po’ differenti: si parla di emozioni, di sensazioni, di gioie. Roba incomprensibile per chi non ama questa gabbia di matti.

D: Marco, hai fatto un goal che ricorda, ovviamente con le dovute proporzioni, quella meraviglia di Zidane contro il Leverkusen in finale di Champions il 2002. Ci racconti gli attimi prima e dopo il gol?

R: Beh, quando mi è arrivato il pallone ho pensato immediatamente a tirare in porta, era troppo invitante. Appena scoccato il tiro ho passato quei centesimi che mi hanno separato dal gol a spingere il pallone in porta con lo sguardo. Dopodiché non ho capito nulla per un po’, per poi correre sotto la curva, perché questo gol è soprattutto loro.

D: Sei arrivato qui come ala, Cappellacci ti ha trasformato in mezzala e da lì non ti sei più schiodato dall’undici di partenza, hai dei tempi di inserimento mostruosi.

R: Si, è vero, sono arrivato qui come ala perché negli ultimi due anni ad Aprilia ho giocato ala, ma ti posso dire che per me non è un ruolo nuovo questo: negli anni precedenti, a Pordenone ed a Poggibonsi, avevo già giocato mezzala. Poi nel Lazio mi sono dovuto spostare perché il Mister giocava col 4 – 4 – 2  e quindi potevo giocare solo ala, peraltro con discreti risultati. Ma da quando sono qua in mezzo al campo credo di vivere la mia stagione migliore.

D: Federico, tu invece hai un pregio meraviglioso ed un difetto: il pregio è che spingi senza fermarti mai, sembri una locomotiva. Il difetto è che spesso ti addormenti.

R: Guarda, mi fa piacere che tu me lo faccia notare, perché significa che guardi con attenzione il mio gioco. Si, è vero, spingo molto ma dietro mi addormento, però sono convinto che ogni errore ed ogni prestazione non all’altezza sia un motivo per migliorare sempre di più.

Si chiude qui questa puntata di “(C)Sala Stampa – A caldo ma non troppo”. Rinnovo, da tifoso in primis, da giornalista in secundis, a tutti i lettori che ci seguono i migliori auguri per questa festa, che è una festa di tutti. Auguri Cosenza!

Francesco La Luna

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