Moltissimi tendono a confonderlo col rugby, da cui discende e con cui condivide, quasi, la stessa palla ovale; Alcuni sanno solo che è uno sport molto seguito e praticato negli Usa, ma pochi sanno che in Calabria è gia da alcuni anni una realtà.
Il football americano si è diffuso in Europa e in Italia a partire dagli anni Settanta e a fine anni Ottanta è arrivato anche nella nostra Regione dove era inizialmente rappresentato dagli Achei Crotone 1989 e dagli Highlanders Catanzaro. Dal 2010 anche Cosenza ha una propria squadra. Si tratta dell’ “A.S.D. Sauk Wolves Cosenza”, che lo scorso anno ha partecipato al suo primo campionato di Arena League/CIF9 (Serie B1 della Federazione Italiana di American Football, F.I.D.A.F.) per il football giocato a nove. Al vertice di questa nuova compagine sportiva cosentina c’è il giovane Emilio Cersosimo.
D. Presidente, ci racconti com’è nata la vostra squadra?
R. Era il 2010 ed io rientravo per un infortunio dalla Campania, dove ho giocato a football diversi anni fra Salerno e Napoli. Insieme a due miei amici decisi di formare una squadra di football anche qui a Cosenza, cosi il 25 Novembre di quell’anno sono nati i Sauk Wolves.
D. Quali sono state le prime difficoltà che avete dovete affrontare?
R. Innanzitutto trovare il campo per gli allenamenti. Ma per fortuna il Comune ci ha concesso di usare il Campo scuola vicino lo stadio San Vito, dove ora giochiamo le nostre partite casalinghe. Per il resto ci autofinanziamo in tutto: dalle divise, da noi stessi disegnate, a tutto ciò che riguarda le trasferte. Solo qualche piccolo sponsor locale ci da una mano preziosa.
D. Di questa squadra tu sei sia presidente che giocatore. Quanto ti impegna questo doppio ruolo?
R. Molto, ma faccio tanto con piacere, per la passione che ho per questo sport. Lo stesso vale per i miei compagni di squadra.
D. Che differenze ci sono nel praticare questo sport in Campania e nel farlo in Calabria?
R. Le differenze sono molte, non lo nascondo. In Campania questo sport è più conosciuto che in Calabria e centinaia di persone riempiono le tribune ad ogni partita. Ma ora anche qui la gente comincia ad avvicinarsi a questo sport, cosi come alcuni imprenditori cominciano ad interfacciarsi con questo mondo.
D. Il football americano in Italia ha avuto una storia un po’ travagliata . La FIDAF, l’unica federazione riconosciuta dal CONI, è dal 2002 è presieduta da Leoluca Orlando, attuale sindaco di Palermo. Quali sono i vantaggi, e quali gli svantaggi, di avere un politico a capo della Federazione?
R. Io credo che questo abbia tutto sommato più aspetti positivi che negativi, innanzitutto per il maggior riscontro che a livello mediatico questo sport sta avendo negli ultimi anni in Italia.
D. Quali sono i vostri obiettivi a breve e a lungo termine?
R. Riguardo all’immediato futuro speriamo di fare un buon campionato nel 2013, cominciando col vincere un incontro (Nel primo campionato disputato dai S.W. nelle primavera scorsa l’impresa non era riuscita, ndr). La prospettiva futura più a lungo termine è quella di far avvicinare i bambini e gli adolescenti a questo sport, per poter avere un giorno anche le nostre selezioni Under 18 e Under 21.
D. E perché consiglieresti ai ragazzi proprio questo sport, considerato che è una disciplina molto fisica e di contatto?
R. Perché è un sport molto tattico, un gioco di intelligenza, ma è soprattutto uno sport di squadra dove le difficoltà si affrontano e si superano insieme. Inoltre il football è in grado di darti emozioni impagabili.
I Sauk Wolves Cosenza da febbraio disputeranno il loro secondo campionato di CIF9, vinto lo scorso anno dai Cardinals Palermo. Gli allenamenti e le sessioni in palestra sono già ripresi ma i Wolves ci tengono a far sapere che c’è sempre posto per nuovi innesti nella squadra (rookie nel gergo del football). A questo proposito il dirigente e cornerback della squadra Francesco Alimena dichiara: <<Le selezioni per il nostro roster (la “rosa” nel football) sono aperte e chiunque volesse provare a praticare questo sport può sempre farlo. Le iscrizioni sono gratuite e gli allenamenti tre volte la settimana>>.
D. Francesco, ci racconti come hanno reagito i tuoi familiari quando hai cominciato a praticare football che è comunemente considerato uno sport duro?
R. All’inizio non molto bene. Mia madre, che è medico, non ha vissuto benissimo il fatto di vedermi bloccato dagli avversari e di ricevere parecchi colpi, tornando spesso a casa con lividi. Poi però ha capito che per me era importante.
D. E perché hai iniziato a praticarlo? Che cos’è per te?
R. Perché ne ero e ne sono molto appassionato. Perché credo anche che sia lo sport ideale per sfogare le tensioni personali. Inoltre esso insegna anche a rapportarsi con diverse personalità e a confrontarsi con culture diverse: nella nostra squadra infatti giocano anche ragazzi di altre nazionalità.
Anche altri componenti della squadra hanno provato a spiegare cosa rappresenta per loro il football.
Alfonso Aloe (fullback): <<Questo sport insegna a vivere. In campo ci vuole una grande grinta per affrontare i placcaggi degli avversari, e la fiducia e il sostegno dei compagni di squadra sono fondamentali. In campo non si è mai soli; Se il singolo gioca bene è merito di tutta la squadra, altrimenti è per demerito di tutti. Per queste ragioni credo sia una delle più belle rappresentazioni della vita>>.
Giovanni Maurizio De Rose (Middleline Backer): <<Il football è un insieme di tante cose. E’ la voglia di raggiungere un obiettivo prefissato e la fatica per farlo. E’ sudore, dolore e gioia insieme. E’ la vicinanza e la fiducia dei compagni di squadra. In campo noi siamo fratelli, membri di una stessa famiglia che portano lo stesso cognome, per cui i cognomi diversi scritte sulle divise diventano non indispensabili. Come dice la battuta di un celebre film, Football is everything!>>.
Quindi, di certo il football è fra loro ed è ormai fra noi: si vince e si perde insieme. E come hanno dichiarato alcuni dei ragazzi dei Sauk Wolves, nessuna ragazza potrebbe allontanarli dallo sport che amano. <<Nessuna, tranne che non sia per me importantissima, tranne che non sia la ragazza della mia vita>>, aggiunge il ricevitore Mario Canonaco.
Allora … Came On, Wolves!