Alla fine Roma e Lazio, ma soprattutto i loro tesserati, sono usciti puliti dallo scandalo di calcio scommesse che ha sconvolto il mondo sportivo italiano.
ROMA – El Shaarawy e Zalewski da un lato, Casale e Zaccagni dall’altro. Accuse false, illazioni, diffamazioni, almeno in questo caso. Ma il polverone mediatico che si è aperto ha riportato a galla temi e ragionamenti importanti.
Lo ha fatto anche Andrea Abodi, Ministro dello Sport del Governo Meloni, che a margine del convegno “I Sogni dei Giovani costruiscono il Futuro” ha parlato di una Carta dei Doveri da sottoporre a sportivi, professionisti e dirigenti. “Oltre a firmare il contratto classico del calciatore o del professionista sportivo – ha dichiarato Abodi a margine dell’evento – si dovrà leggere questa carta dei doveri e sottoscriverla augurandoci che non intervengano altri fattori di fragilità sociale, perché è evidente che qui stiamo a livello di patologie vecchie e nuove che dobbiamo cercare di contrastare”.
Il caso che ha visto coinvolti i calciatori Fagioli e Tonali, però, riguarda soprattutto il gioco illegale e le piattaforme che vanno a togliere guadagni e introiti non solo alla filiera pubblica ma anche all’erario dello Stato. L’ultimo report di Avviso Pubblico ha messo in evidenza come il Lazio sia la terza regione italiana per puntate, con una spesa a persona di 1.200 euro, mentre a Roma si spendono oltre 900 milioni di euro. Numeri che adesso potranno cambiare in seguito alla riforma del settore giochi messa in programma dal Governo.
Per adesso si parla solo di bozze e di voci non ufficiali, ma c’è già molto da discutere sulla nuova riforma del gioco d’azzardo in Italia. In primis le concessioni online, che dovrebbero costare 7 milioni di euro l’una, con un rincaro evidente rispetto ai 300 mila euro di oggi. Il vero punto forte della riforma, però è proprio quello della lotta alle dipendenze, come richiesto dal Ministro Abodi. Più forza ai meccanismi di autolimitazione al gioco sia in termini di tempo che di spesa e perdita, filtri speciali online che permetteranno di bloccare gli account superata una certa soglia, messaggi automatici che informeranno sul tempo passato e sulla spesa raggiunta e infine l’obbligo per i concessionari di investire lo 0.2% dei ricavi in campagne informative sui rischi e i pericoli del gambling.
Non mancano, ovviamente, le polemiche e le discussioni, ma la strada segnata è ovviamente quella del gioco responsabile e sicuro, unita alla battaglia verso l’illegale. Una battaglia che si deve combattere in tutto il territorio: nel Lazio come nel resto d’Italia.