COSENZA – Fine anno, come di consueto, tempo di bilanci: anche per lo scellerato 2020. A fare una valutazione dell’anno difficilissimo che sta per concludersi e per indicare la strada da percorrere per il 2021 dello sport è per ottoetrenta.it il presidente del Comitato Regionale del Coni Calabria Maurizio Condipodero, che ha da poco annunciato la sua candidatura per un ultimo mandato. E la massima autorità sportiva calabrese non ha mancato di offrire spunti interessanti su sport, politica e territorio – dai rigidi protocolli per la pandemia alle implicazioni per il dilettantismo, dal rinnovamento delle federazioni sportive al fondamentale apporto delle donne nello sport – e, naturalmente, sull’anno olimpico che verrà.
LA NOSTRA INTERVISTA
È stato un anno molto difficile per lo sport e per le società sportive calabresi. Come fotograferebbe la situazione attuale?
Assolutamente sì, soprattutto per le società sportive dilettantistiche. Gli aiuti concreti per l’associazionismo sportivo, non solo in ottica contributiva, hanno iniettato una leggera dose d’adrenalina all’intero apparato; se solo si fosse operato con maggiori attenzioni e con un’oculata elasticità per le società, con protocolli mirati che avrebbero potuto e dovuto garantirne l’attività, si sarebbero certamente ascoltate sui i media più notizie confortati. A tal proposito, avrebbero rappresentato elementi chiave in termini di supporto, tutti i sistemi di controllo della medicina dello sport: magari, così facendo, il blackout totale sarebbe stato evitabile.
Preso atto delle difficoltà da dove ripartire per il 2021?
Di primo acchito, la lettura tra le righe si sintetizzerebbe in un freddo problema economico, risolvibile con l’ennesima manovra che alimenterebbe la macchina dello sport ma non è così o, meglio, non completamente. Gli aiuti di natura prettamente economica sono fondamentali per l’associazionismo sportivo ma non dimentichiamoci che lo sport è vita, è emozioni, è sentimento. I veri protagonisti dello sport non sono gelide macchine ma soprattutto giovani che rischiano di alimentare quel drop out che svuoterebbe i campi da gioco, le palestre, le piazze, gli oratori. Il vero problema è la disaffezione dei ragazzi contrastabile solo attraverso percorsi alternativi da attuare il primo possibile.
Non dimentichiamoci poi che il 2020 doveva essere l’anno delle Olimpiadi di Tokyo, rimandate alla prossima estate. Quale sarà il conto che pagheranno in questo senso atleti e società calabresi o, più in generale, italiani?
Potrebbe essere un conto salato oppure no, difficile dirlo adesso. Solo dopo i giochi potremo stabilire se ci sarà stato un calo oppure un miglioramento. Di certo come ci siamo fermati noi, si sono fermati anche gli altri… Fortunatamente a livello nazionale hanno staccato il pass per Tokyo già 230 atleti circa e speriamo di poterne confermare una decina dalla Calabria.
E a proposito di atleti calabresi, nonostante tutte le difficoltà di contesto, anche quest’anno sono arrivati successi importanti: dalla riconferma di Tocci campione italiano di tuffi in tutte le specialità al secondo titolo consecutivo di Tobia Loriga nei welter (boxe)
È stato un anno di successi. Nei tuffi i nostri Tocci, Porco, Bilotta ormai dettano legge sia a livello nazionale che internazionale. In particolare ricordiamoci che Tocci è sesto al mondo nella sua disciplina. Non è facile mantenersi ad un livello alto con tutte le regole e restrizioni in atto ma i nostri atleti ci stanno riuscendo alla grande.
Anche per il calcio è stato un anno importante: Crotone in A, Cosenza e Reggina in B. Tuttavia adesso le squadre calabresi stanno vivendo un periodo delicato. Come uscirne?
Recentemente il presidente del Cosenza Guarascio nel corso di una trasmissione sportiva in cui eravamo ospiti mi ha fatto notare una cosa: giocare in uno stadio a porte chiuse, senza pubblico, senza i tifosi meridionali molto calorosi, che costituiscono proprio il cosiddetto 12° uomo in campo, a mio avviso, sta condizionando ancor più le nostre squadre in un momento per loro già difficile. Io sono fiducioso: il Crotone sta cominciando a risalire la china, merito della famiglia Vrenna che ha investito sui giovani e sulla struttura della società. Il recupero ci sarà anche in B per Cosenza e Reggina. Noi siamo una delle poche regioni d’Italia ad avere tutte le squadre delle nostre città nei professionisti e credo che presto i tempi potranno essere maturi per avere due squadre calabresi in A e le altre tre in B perché anche il Catanzaro e la Vibonese lo meriterebbero. Ecco questo è il mio augurio per il futuro alle squadre calabresi, soprattutto perché hanno una classe dirigente di altissimo livello. In questo ci siamo molto evoluti.
Chiudiamo sul Coni: in questi ultimi mesi diversi comitati calabresi di federazioni CONI hanno svolto le loro assemblee elettive regionali rinnovando i propri vertici. Che dire in merito?
È avvenuto un rinnovamento di grande qualità, oltre che anagrafico, per ultimo in seno alla Fib con l’elezione di D’Ambrosio, sebbene anche il suo predecessore avesse fatto un buon lavoro. In qualità di presidente del C.R. CONI Calabria sono onorato di avere al mio fianco nel mondo federale moltissime donne pronte a ricoprire con dedizione il ruolo di delegato, più del 30% oggi e pronti al 50% domani. Nello specifico, all’interno del Comitato sono tre le donne su cinque delegati provinciali. Ritengo che questo sia un segnale di grande crescita per il territorio.
Cambiano le generazioni, cambiano i modi di vedere lo sport e le diverse sfaccettature per interpretarlo, per queste ragioni le riforme, anche se drastiche, creano virtuosismi come l’ampliamento del professionismo femminile. Il fattore determinante rimarrà sempre l’indipendenza dello sport dalla politica, solo così vivremo in sintonia con il Cio e non mineremo le fondamenta delle Olimpiadi.
Per quel che concerne le basi del mondo dello sport, io credo fermamente nel fattore culturale, in quel bagaglio alimentabile solo attraverso la mente fresca di atleti, tecnici e dirigenti che non hanno voglia di arenarsi a delle conoscenze spicciole. Qui interviene la Scuola Regionale dello Sport Calabria, di concerto con le FSN, DSA, EPS ed AB e la programmazione calata sul territorio e stimolata dallo stesso per rimanere all’avanguardia.