PAOLA (Cs) – Dallo scorso agosto Angelo Andreoli, è il tecnico della Paolana, squadra che milita attualmente nel campionato di Eccellenza. Mister Andreoli, 44 anni e un passato da centrocampista di buon livello, ha potuto così tornare ad allenare vicino casa sua. Nativo di Fuscaldo infatti, ma storica bandiera del Castrovillari, Andreoli è ora l’immagine-simbolo della Paolana, squadra giovane ma che vuole crescere per potersi affermare anche nel nuovo campionato nel quale è stata ripescata in estate, senza rimanere una meteora in Eccellenza
D. Mister la sua Paolana, neopromossa, non ha iniziato nel migliore dei modi il campionato (4 punti in 4 giornate), ma la vittoria casalinga con un’altra neopromossa, l’incredibile Catona, può essere un vero punto di rilancio per la squadra?
R. La vittoria di domenica scorsa è sicuramente positiva sopratutto per il morale. Comunque nelle partite precedenti, Soverato a parte, non siamo stati fortunati.
D. Quali sono le ambizioni e gli obiettivi della squadra quest’anno? Solo la salvezza?
R. Gli obiettivi sono noti a tutti: prima la salvezza, poi se ci troveremo a lottare per qualcosa di importante….non ci tireremo indietro.
E la strada per qualcosa di importante passa anche per Acri. Domani, infatti, per la quinta giornata di campionato c’è in programma Acri-Paolana. Un tuffo al cuore per mister Andreoli: ad Acri, in mezzo alla gente rossonera, ha vissuto forse il momento più bello della sua carriera da allenatore, portando i lupi acresi due anni fa a conquistare la storica promozione in Serie D.
D. Domani sarete ad Acri e per lei sarà una partita molto importante per il suo trascorso sulla panchina rossonera.
Come immagina l’accoglienza dei tifosi acresi e il suo stato d’animo?
R. Beh lo stato d’animo è quello di uno che ad Acri ha vissuto un anno indimenticabile, circondato da persone vere e che mi hanno gratificato con la loro “vicinanza” nel periodo brutto che ho passato tra giugno e luglio di 2 anni fà. Credo di aver lasciato un buon ricordo dal punto di vista umano così come conservo un ottimo ricordo degli amici acresi, in tal senso spero in una accoglienza positiva.
D. Nonostante la spiacevole conclusione della sua avventura ad Acri, i tifosi la ricordano sempre con molto affetto, come il mister della storica promozione in serie D. E’ rimasto in contatto con la gente di Acri e con qualche esponente della società acrese, ora commissariata?
R. Mi sento molto spesso con molti amici di Acri. Conservo un ottimo ricordo di tutti loro. Menzionarli tutti sarebbe impossibile ma devo citare, fra gli altri, Michele Torchiaro, con il quale è nata un’amicizia che va al di là del discorso calcistico, il direttore Siciliano e i miei cari amici Peppe e Andrea.
La partita di domani pomeriggio al “P. Castrovillari” di Acri sarà la partita degli ex. Oltre a mister Andreoli, ritorneranno da avversari anche altri protagonisti della promozione in Seri D e non solo: il portiere Pietro Mauro, il centrocampista Maurizio Perrelli e l’attaccante Francesco Domanico, oggi tutti in forza alla Paolana. Sarà la partita dei ricordi, delle strette di mano, degli abbracci e dei ringraziamenti ma sarà anche e soprattutto una partita di campionato, perchè in palio ci sono sempre tre punti che per l’Acri (avanti di un solo punto) e per la Paolana, possono servire ad avanzare in classifica.
Mister Andreoli, intanto, fra una partita di campionato e l’altra, non smette mai di dedicarsi ai suoi allievi della “Scuola Calcio Andreoli- Fuscaldo”.
D. Il suo impegno verso i bambini appassionati di calcio con la “Scuola Calcio Andreoli – Fuscaldo” è ammirevole. Quali sono i significati e i progetti futuri dell’iniziativa?
R. I bambini sono il nostro futuro e contiamo di poter dare loro le basi necessarie per poter essere protagonisti nella vita di tutti i giorni e nel mondo del calcio in particolare. Contiamo in futuro di poterci fregiare del fatto di aver “cresciuto” un piccolo campione che magari calcherà campi importanti. Ma sopratutto ci batteremo per dare loro quei valori che li renderanno campioni nella vita.
Difficile immaginare che ciò non possa accadere se si va a scuola da un allenatore campione dentro e soprattutto fuori dalla panchina: Angelo Andreoli.
Andreina Morrone