La De Seta non può più fermarsi: Lecce è l’opportunità del -1 da Alessano

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foto Andrea Rosito
foto Andrea Rosito

COSENZA – Si può scrivere male e parlare malissimo di sport. Lo si può accusare di essere una macchina trita soldi e vendi sangue, comandata da mercenari e lestofanti. Ci si può inorridire alla visione perché “tanto è tutto combinato a tavolino e vince chi si droga di più”. Ma contemporaneamente lo sport si può amare perché sa avvicinarsi all’arte, alla fatica del vivere quotidiano, relegare emozioni, trasformare l’ordinario in palpitazioni. Specialmente se si segue il campionato B1 di pallavolo girone C di questa stagione, dove la classifica, due settimane fa, sembrava suggerire la vittoria dell’ Aurispa Alessano. Poi, senza preavviso, si è materializzata la triste sbandata della prima classe. I pugliesi hanno infatti perso contro Trapani 3 set a 1 ed in questo fine settimana, il loro turno di riposo, la De Seta Casa Conad Vena Cosenza e l’ Ilsap Lamezia possono portarsi rispettivamente a uno e due punti dal primo posto.

I cosentini giocheranno domenica a Lecce. Il loro avversario, la Falchi Salento, occupa la quartultima posizione. E’ la prima di tre tappe (oltre a Trapani e Martina) comode, dove non si prevedono fantasmi e armi appuntite. E’ la prima di tre prove che potrà dire quanta forza mentale, maturità e opportunismo  covano i lupi. Il calendario per la De Seta non è brutto, soprattutto se si pensa che nell’ ultima giornata i cosentini saranno in trasferta contro l’ultima in classifica (Martina) e Alessano dovrà allontanare la rimonta di Lamezia. E gli atleti cosentini, ora che si avvicina l’epilogo della loro stagione hanno ancora più voglia di avvicinare tifosi e di un finale commovente, magari portando in giro un titolo importante.

L’ allenatore Marano, contento di aver mangiato panettone e colomba, vorrà, con l’immancabile supporto dei suoi giocatori, accaparrarsi un altro vanto. La promozione diretta in A2: l’ accesso privilegiato al gran ballo, dove in tanti vorranno partecipare e in tanti rimarranno fuori dalla porta.

Francesco Cerminara

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