La Sicula Leonzio sbanca il “Ceravolo”. Il Catanzaro prende tre gol e tanti fischi

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CATANZARO-SICULA LEONZIO 0-3

CATANZARO (3-4-3): Nordi; Sabato, Di Nunzio, De Giorgi; Zanini (35′ st Spighi), Onescu (17′ st Marin), Maita, Sepe; Falcone (17′ st Cunzi), Infantino, Letizia (40′ st Corado). In panchina Marcantognini, Nicoletti, Cason, van Ransbeeck, Gambaretti, Riggio, Badje, Puntoriere. All: Dionigi
SICULA LEONZIO (4-3-3): Narciso; Aquilanti, Gianola Camilleri, Squillace; D’Angelo, Peterman (25′ Marano), Esposito; Arcidiacono (34′ st Pollace), Lescano (25′ st Foggia), Russo (22′ st Sibilli); In panchina Monteleone, Granato, Davì, Cozza, De Felice, Giuliano. All: Diana
ARBITRO: De Remigis di Teramo
MARCATORI: 28′ st Marano (S), 34′ st Arcidiacono (S), 43′ st Foggia (S)
NOTE: Recupero: 1′ pt, 4′ st. Ammoniti: Peterman (S), Marano (S), Marin (C). Angoli: 5 per il Catanzaro, 6 per la Sicula Leonzio

CATANZARO – Cade nel peggiore dei modi il Catanzaro che incassa tre reti dalla Sicula Leonzio e si vede ancora una volta ridimensionare le velleità playoff dovendo adesso cominciare anche a guardarsi alle spalle.

PRIMO TEMPO INSUFFICIENTE Primo tempo piuttosto mediocre, col pubblico quasi mai soddisfatto. Eppure i primi secondi sembrano preannunciare ben altro. Col sole ancora alto sul Ceravolo il Catanzaro prova a sfondare sulla destra. Passa appena un minuto e dalla fascia parte un campanile apparentemente innocuo; Narciso però, infastidito dal sole, valuta male la traiettoria e si fa scavalcare in uscita dal rimbalzo del pallone. Per sua fortuna il cross colpisce il lato esterno della rete. Il 3-4-3 di Dionigi cerca di costruire a sinistra grazie alle interazioni tra terzo centrale, esterno, mediano di sinistra e ala. La Sicula però riesce a limitare la manovra sporcando ogni linea di passaggio. I siciliani costringono il Catanzaro ad affidare l’impostazione ai piedi di Sabato, un difensore e Sepe. La Sicula dal canto suo punta su un 4-3-3 in cui diventa fondamentale sfruttare il tre contro due a centrocampo. Le scalate dei giallorossi sono difficoltose e spesso gli ospiti riescono a innescare un centrocampista libero. Una situazione ricorrente vede gli uomini di Diana impostare sulla sinistra per poi superare il pressing cambiando gioco sul lato debole, punendo così gli scivolamenti sbagliati del pressing giallorosso e innescando le combinazioni tra Russo e Aquilanti.

Le difficoltà dei padroni di casa emergono anche nella costruzione dal basso. Senza linee di passaggio libere si cercano i lanci su Infatino. La Sicula però è compatta e quasi sempre riesce ad arrivare prima sulle sponde del centravanti lucano. Le difficoltà ad impostare del Catanzaro sono evidenti, soprattutto grazie al lavoro di schermatura delle mezzali bianconere su Maita e Onescu. Al quarto d’ora parte un cross teso dalla destra deviato da un difensore, il pallone carambola sui piedi di Letizia che fa perno sul difensore e calcia sul secondo palo. Narciso devia e manda in corner. Ancora più casuale è poi l’occasione di Sepe al minuto 42: l’esterno prova a crossare dalla trequarti, ma la palla non è precisa. La traiettoria però è insidiosa e sorprende Narciso stampandosi all’incrocio. 

DOMINIO SICILIANO Ci si aspetta un cambio di marcia del Catanzaro, specie dopo l’ultima prestazione col Lecce. Invece a dominare sin dai primi istanti il secondo tempo è la squadra di Diana. Al 5′ il solito cambio gioco innesca Russo che appoggia a rimorchio sull’ex Squillace. Il cross è insidioso Di Nunzio respinge ma la palla giunge sui piedi di Peterman che dai venti metri calcia di poco alto. Al 13′ Squillace si mette in proprio: conclusione di prima che Nordi mette in corner. Su successivo calcio d’angolo tocca a Lescano con una bella girata sul primo palo salvata sulla linea da Zanini. La Sicula insomma sembra in controllo, il suo palleggio è fluido al contrario di quello del Catanzaro che barcolla.

I siciliani alzano il baricentro e permettono agli avversari di giocare in transizione in campo aperto. Al 17′ con gli uomini di Diana in avanti Zanini avvia il contropiede, pesca Letizia, libero di allargare su Infantino in corsa. La punta guadagna il fondo e piazza un bel cross rasoterra, su cui però Falcone arriva in ritardo e mette fuori. Ancora più clamorosa è l’occasione del 26′. Sempre sugli sviluppi di una transizione Letizia riesce a ricevere largo a sinistra, l’attaccante ex Foggia ha lo spazio per rientrare sul destro e crossare sul secondo palo per il taglio di Zanini. Il piattone viene ribattuto dalla difesa e sulla seconda palla si fionda Letizia che colpisce l’esterno della rete. A questo punto anche il pubblico inizia a riaccendersi, captando la possibilità di passare in vantaggio. Ma proprio sul più bello, la Sicula punisce il traballante impianto difensivo giallorosso. Al 28′ un cambio gioco, l’ennesimo, sorprende la retroguardia giallorossa, con Zanini che prova di testa ad evitare ulteriori rischi. La palla però cade in area, raccolta da Arcidiacono che ci prova con una rovesciata. Nordi leggermente fuori dai pali devia con la punta delle dita sulla traversa, sul pallone vagante si fionda il neo entrato Marano, che appoggia in porta. Sarebbe lecito attendersi una reazione, ma lo svantaggio mortifica definitivamente ogni velleità. Si segnala solo un sussulto di Infantino, che si gira in area e calcia; sulla respinta di Narciso arriva Zanini che calcia malissimo a lato. A scrivere la parola fine sul match ci pensa un altro subentrato, Sibilli, che con un tunnel a Sepe sfonda sulla destra e mette in mezzo. Il cross impatta sulla mano di Marin, con l’arbitro che concede il penalty. Dal dischetto Arcidiacono fulmina Nordi. La gente inizia ad abbandonare gli spalti, così come i giocatori in campo abbandonano la partita. Paradigmatica è l’azione del 3-0, in cui Sibilli umilia Di Nunzio e De Giorgi, dribblandoli entrambi e calciando sul primo palo. Nordi respinge ma la palla torna tra i piedi del talentuoso attaccante siciliano. Sibilli ci prova ancora, Nordi respinge, ma stavolta il primo a raggiungere il pallone è Foggia che rende ancora più pesante il passivo.

Finisce in disfatta, con i giocatori sotto la curva a chiedere scusa ai tifosi e questi ultimi per nulla inclini al perdono. Una costante della gestione Dionigi è l’incapacità di creare veri pericoli contro avversari che coprono gli spazi. Affidarsi a cross dalla trequarti, statisticamente poco efficaci, può essere controproducente, così come lanciare con insistenza sul proprio attaccante. Non esistono dei meccanismi di smarcamento che permettano alla squadra di progredire col possesso anche contro squadre dal baricentro basso. Difatti il Catanzaro ha vissuto i momenti migliori quando ha potuto liberare nello spazio la velocità di Letizia e Zanini. A questo punto servono scelte coerenti per capire quale percorso intraprendere, al di là delle ambizioni di classifica, siano esse la salvezza o i playoff. Continuare a provare un gioco manovrato senza creare i presupposti per applicare potrebbe costare caro a Dionigi.

Emanuele Mongiardo

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