Frattali voto 7: per giustificare tanto voto, riesumiamo un’intervista di Gianluca Pagliuca datata 1998/1999, successiva ad una sconfitta dell’Inter contro la Sampdoria in quel di Marassi: alla domanda “Come giudichi la tua prestazione?”, l’allora numero uno dell’Inter rispose: “Un portiere che prende quattro gol è un pirla. Io oggi sono un pirla”. Tanto non si può dire per Frattali, che con due miracoli mantiene aperta la partita fino ad un quarto d’ora dalla fine. Forse mal posizionato sull’ultima segnatura, ma quello è l’ultimo dei problemi.
Mannini s.v.: si infortuna e deve lasciare il posto dopo dieci minuti a Palazzi, voto 5: dalle sue parti si passa con troppa facilità. Ci sarà sicuramente stata qualche svista arbitrale, ma in questo modo è davvero troppo facile.
Guidi voto 6: meno impeccabile del solito sui fuorigioco nella ripresa, non capiamo ancora bene se per colpa sua o per errore del segnalinee. Fatto sta che, se nel primo tempo dirige l’orchestra con dovizia, nella ripresa sbaglia almeno tre offside. Restano da dividere le colpe.
Blondett voto 6,5: impeccabile. Crediamo sia l’unico aggettivo con cui si possa definire la prestazione odierna del numero cinque. Non sbaglia un colpo ed indovina tutti gli anticipi. L’unico errato, lo recupera con un’esperienza che non può essere propria di un ventunenne.
Bigoni voto 6: non può spingere più di tanto perché sa di dover controllare a vista gli avanti avversari, e quindi contiene quell’offensivismo che ne ha caratterizzato la prima metà di stagione. Comunque sia, a centrocampo o in difesa, è sempre un gran giocatore.
Criaco voto 6,5: bella partita della mezzala, che ha trovato nuovo spolvero in questo ruolo. Da attaccante esterno, retrocesso tra i tre della mezzeria si è ritagliato uno spazio importante che gli ha permesso di avere grande continuità. Gli inserimenti sono la sua arma migliore e si fa valere come non mai. Esce per affaticamento e lascia il posto a Napolano, s.v.: giudicabile solo per i fischi che lo bersagliano.
Giordano voto 6,5: la sua grinta è quella che spinge il Cosenza a gettare il cuore oltre l’ostacolo. E poi è capace di break e di giocate da serie superiore. La sua esperienza, nel centrocampo rossoblù, è un elemento imprescindibile.
Meduri voto 7: molti, prima di questa partita, mi accusavano di aver preso partito contro il numero quattro del Cosenza, così io avevo pronosticato una partita da protagonista in quel di Teramo: così è stato, con una miriade di palloni recuperati e tanta corsa. Sembra un’altra persona rispetto a quella che usiamo vedere in casa.
Mosciaro voto 6: ha sulla testa la spada di Damocle, ancora pendente, del clamoroso mancato pareggio nel primo tempo. Però non gioca affatto male, anzi. Certo è che Cappellacci dovrebbe trovagli la collocazione giusta, ché molte volte sembra un’anima in pena.
De Angelis voto 7,5: è una delizia vederlo giocare. Non sbaglia un aggancio che sia uno, riesce a librarsi sulle maglie della difesa avversaria con leggerezza innata, sgomita in modo corretto ed anticipa tutti i movimenti avversari. Quando gli arretrati padroni di casa gli hanno costruito la gabbia, lui si sposta a destra, dove risulta sempre pericoloso.
Alessandro voto 5,5: fa una cosa bella in tutta la partita, che potrebbe cambiare l’inerzia del match: supera due difensori e mette in mezzo un pallone che Mosciaro spedisce a lato. Per il resto, nulla. Lo rileva Calderini, voto 6,5: il suo ingresso mi ha ricordato quello di Milito contro il Tottenham, nella Champions League 2010/’11: nulla di rilevante sul piano delle marcature, ma tanto gioco creato. L’unico difetto è il nervosismo con cui entra in campo.
Francesco La Luna